Pio La Torre. Memoria viva a 39 anni dall’omicidio per mano mafiosa

Proprio in questi giorni il PD siciliano ha presentato di disegno di legge per la gestione e l’uso dei beni sequestrati e confiscati alla mafia.

39 anni fa i killer di Cosa Nostra ammazzavano a Palermo il segretario regionale del Partito Comunista Italiano, Pio La Torre, e con lui il suo autista Rosario Di Salvo anch’egli militante del PCI.

Era il 30 aprile del 1982. Pio La Torre fu segretario della Cgil Palermo e della Cgil Sicilia e fu protagonista delle lotte dei braccianti, in prima linea contro la mafia agraria del secondo dopoguerra. Dall’impegno di La Torre alla guida del sindacato e dalla sua importante lezione nascono le basi per la legislazione antimafia, di cui La Torre fu protagonista con la legge che ha istituito il reato di associazione mafiosa e colpito i patrimoni dei boss, con sequestri e confische, e che prese il nome di Legge Rognoni – La Torre. È con La Torre che si creano i presupposti per il movimento sociale antimafia degli anni Ottanta e Novanta a in Sicilia.

Proprio in questi giorni il PD siciliano ha depositato all’ARS un ddl per disciplinare la gestione dei beni sequestrati e confiscati alla mafia. Un ddl che giunge dopo le “criticità” evidenziate dalla Commissione regionale Antimafia dalla cui relazione emergono preoccupanti battute d’arresto, sulla gestione dei beni sequestrati e confiscati, quali: un altissimo tasso di mortalità delle aziende confiscate; centinaia di immobili abbandonati, vandalizzati e dimenticati; decine di terreni, ville, appartamenti che continuano ad essere utilizzati e abitati da coloro ai quali furono confiscati, con danno economico e d’immagine, per lo Stato, di incalcolabile gravità.

Il ddl si compone di 11 articoli. L’articolo 3 introduce il Piano regionale per i beni sequestrati e confiscati, quale strumento di programmazione regionale per definire i principi di indirizzo e coordinamento, e per individuare i criteri di progettualità per promuovere e sostenere il riutilizzo sociale dei beni; l’articolo 4 si istituisce un Osservatorio regionale finalizzato ad un confronto permanente sul tema dei beni sequestrati e confiscati; l’articolo 5 prevede la Conferenza regionale sui beni confiscati, da tenersi annualmente. Infine, l’articolo 9 da vita al Fondo unico per i beni sequestrati e confiscati.