di Fabio Pace

I giornalisti Gianfranco Criscenti e Giuseppe Pipitone scrivendo del deputato regionale Francesco Regina hanno legittimamente esercitato il “diritto di critica”. Lo ha stabilito il giudice della Prima sezione Civile della Corte D’Appello di Palermo che, ribaltando la sentenza di primo grado, ha assolto i due giornalisti che Francesco Regina aveva denunciato ritenendo lesa la sua onorabilità chiedendo un risarcimento danni di 50mila euro in sede civile. Regina soccombente in giudizio è stato chiamato a pagare 6mila euro di spese processuali. In un articolo titolato “Regina e i voti di Giuseppe Gricoli”, risalente a una decina di anni fa, a firma di Pipitone, avallato da Criscenti in qualità di direttore responsabile del quindicinale “L’Isola”, si raccontava che l’ex deputato regionale nel corso della sua campagna elettorale aveva incontrato e chiesto voti a Giuseppe Gricoli, il “re dei supermercati” considerato vicino al boss latitante Matteo Messina Denaro. Regina ammise di aver incontrato Gricoli ma sostenne di non conoscerne, all’epoca, la caratura criminale e il ruolo di “cassiere” del latitante castelvetranese che gli fu successivamente attribuito dagli investigatori. Il giudice in primo grado condannò Pipitone e Criscenti al pagamento di 30 mila euro in favore di Regina. Oggi arriva l’assoluzione con un dispositivo in cui la Corte d’Appello oltre a rendere giustizia del lavoro di cronisti di Pipitone e Criscenti chiarisce che «l’articolo non riporta una notizia falsa, né risulta lesivo dell’onorabilità del Regina, poiché esprime una chiara e circostanziata critica nei confronti dell’operato di un soggetto investito di responsabilità politiche, circa le modalità con le quali opera nella ricerca di consenso elettorale». Dunque riconosciuta la ricostruzione della verità, la continenza dello scritto e il legittimo diritto di critica.