Archiviato il campionato ed effettuato il passaggio di proprietà, la Pallacanestro Trapani è pronta a programmare. Ecco il bilancio della stagione.
Sabato mattina al Pala Auriga Pietro Basciano ha lasciato posto e società a Valerio Antonini , già presidente del Trapani Calcio, passaggio che diverrà ufficiale solo a luglio per questioni burocratiche. In merito alla prossima stagione, qualche indicazione di merito, data dallo stesso neopresidente. Lo staff dirigenziale non dovrebbe subire variazioni, per cui Valentino Renzi, Nicola Basciano e Fabrizio Giacalone, dovrebbero rimanere al loro posto. Per quanto riguarda invece lo staff tecnico, in conferenza stampa, lo stesso Antonini ha confermato coach Parente alla guida della squadra. In merito al resto, è ancora prematuro poter pensare al roster. “Sarà la squadra da battere”, con queste parole pronunciate in conferenza, il neo-presidente ha tracciato la linea per il prossimo campionato. Ma che stagione è stata questa? L’abbiamo detto tante volte. Travagliata, potrebbe essere la parola chiave. Ma connotata dall’orgoglio. Una salvezza per nulla scontata, capace di vincere le vicissitudini che si sono susseguite, una dietro l’altra, a mettere in difficoltà il cammino dei granata. Ma andiamo ad una valutazione capillare. Trascinatore del gruppo, paladino della “risoluzione in corso d’opera”, coach Parente ha dettato il ritmo delle partite e dell’umore dei ragazzi chiamati a risolvere magagne e trovare soluzioni, rimanendo il faro. Conferme importati da parte di Massone e Romeo che sono comunque rimasti salde certezze. Anche il capitano Mollura, che in corso d’opera aveva dovuto lasciare il campo per farsi trovare pronto solo nella parte finale della stagione. Per quanto riguarda la questione americani, beh, bisognerebbe ricorrere ad un capitolo a parte che racconti l’addio necessario di Jenkins, il taglio di Carter e l’arrivo di Davis per il rush finale. Per quanto riguarda Rupil, anche in questo caso la valutazione può essere solo parziale vista anche la sua indisponibilità per un po’. Da evidenziare il processo di crescita di Tsetserukou, così come quello di Guaiana chiamato a fare il salto qualitativo in una squadra che ha navigato per buona parte della stagione, in acque tempestose. Capitolo a parte anche per Stumbris e per Renzi. Il primo, arrivato in corsa, era stato capace, per carattere e qualità, di divenire anche lui riferimento in campo. Tutto questo si è tradotto poi in una chiamata dal piano superiore nel momento topico della stagione, quando si era trovata la cerchia, quando si era ritrovato l’ottimismo, grazie anche ritorno di Andrea Renzi capace di dare una mano concreta per la salvezza. Da lì in poi è storia recente. Un piccolo rammarico per il mancato accesso ai playoff, ma tanta soddisfazione per una salvezza davvero costruita punto su punto. Quello che sarà domani, non lo sappiamo. Se gli obiettivi sono quelli dichiarati dal presidente, è logico e fisiologico pensare a dei cambiamenti corposi. Ora è tempo di programmazione, ci vorrà ancora un po’ prima che l’imminente futuro prenda forma.