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I controlli per le moto nei sentieri del Monte, Erykinon ringrazia la Forestale

Il gruppo archeologico guidato da Nicola Savalli ha espresso solidarietà all'ispettore del Distaccamento di Erice del Corpo Forestale che è rimasto ferito nel tentativo di fermare un motociclista nei pressi del santuario di Sant'Anna.

di Mario Torrente

Il gruppo archeologico Erykinon ha espresso solidarietà all’ispettore del Distaccamento di Erice del Corpo Forestale che nei giorni scorsi è rimasto ferito nel tentativo di fermare un motociclista che stava percorrendo alcune strade sterrate nei pressi del santuario di Sant’Anna. L’agente, per evitare di essere travolto dal mezzo, il cui conducente si è dato alla fuga non fermandosi all’alt della pattuglia, è finito per terra, riportando diversi ematomi e ferite.

Appresa la notizia Nicola Savali, direttore del gruppo Erykinon e cittadino ericino, si è recato personalmente nella sede del Distaccamento della Forestale per esprimere la sua solidarietà e quella di tutto il gruppo, facendosi portavoce anche del pensiero di molti “muntisi”, tenendo a ringraziare gli agenti guidati dal comandante Gioacchino Barbera per i controlli portati avanti a salvaguardia del patrimonio naturalistico della montagna di Erice. E sono tanti i cittadini che hanno tenuto a fare sentire la loro vicinanza al Corpo Forestale, anche attraverso i social e condividendo la notizia di quanto successo tra i Difali e Sant’Anna. “Solidarietà alle guardie forestali ed a tutti coloro che operano per tutelare la nostra montagna”, ha scritto ad esempio l’ericino Piero Amico. Ma non è stato il solo.

Ad Erice molti residenti lamentano la presenza delle moto che arrivano praticamente in paese, addentrandosi anche nel bosco e nel sentiero che costeggia le ultramillenarie mura Elimo-Piniche o scorrazzando, spesso ad alta velocità, nelle strade nei pressi del centro abitato ma con i mezzi senza targa ed i conducenti in tenuta da motocross. E c’è stato anche chi si è ritrovato le moto dentro il proprio terreno, arrivando a soccorrere qualche ragazzo che era pure caduto. Ed oltre agli aspetti legati alla presenza di questi mezzi praticamente nel borgo medievale di Erice c’è anche l’aspetto legato alla salvaguardia dei percorsi storici, aspetto più volte chiamato in causa dello stesso Nicola Savalli che ha espressamente chiesto, in diverse circostanze, più controlli e l’interdizione di alcuni sentieri, soprattutto quelli dove ancora sono presenti alcuni parti dell’antico basolato in pietra, come nel caso di Sant’Anna, ma anche negli itinerari del versante orientale del Monte, dove si può vedere la pavimentazione originaria come lungo la scala soprana o i sentieri dei pressi della Casazza e dell’ex Csi. Tra gli itinerari ci sono anche delle mulattiere dove il passaggio delle moto può provocare danni. Tra queste c’è l’antico percorso di Porta Castellammare che arriva fino a Caposcale ed a Bonagia passando per l’area demaniale di San Matteo.

Ma oltre agli aspetti storici ci sono pure quelli naturalistici, che sono stati espressamente chiamati in causa dagli ispettori del Corpo Forestale in una relazione, visto che la montagna di Erice fa parte della Rete Natura 2000 come zona Sic. Questo vuole dire che Monte San Giuliano (nell’elenco esce con questa nomenclatura, ndr) è un Sito di importanza comunitario, rientrando nella Direttiva Habitat dell’Unione Europea. Questa norma punta alla conservazione “degli habitat naturali e seminaturali di specie di flora e fauna selvatiche rare e minacciate a livello Comunitario”. Da questo presupposto è nata Rete Natura 2000 dove rientrano diverse montagne e siti della provincia di Trapani, come Erice, ma anche lo Sparagio, Cofano, Montagna Grande, Monte Monaco. Nell’elenco ci sono anche le saline di Trapani e Marsala, le isole Egadi e tante altri siti e località. L’elenco è lungo.

Si tratta di aree tutelate, in base ai casi o dalla Direttiva Habitat o dalla Direttiva Uccelli, sempre dell’Unione Europea, dove ci sono delle precise esigenze di salvaguardia naturalistica e tutela dell’ambiente espressamente richiamati dalla Distaccamento di Erice nella Forestale, che tra i suoi compiti ha proprio quello di garantire i controlli nella propria area di riferimento in base a quanto previsto dalla normativa. E sempre in materia di Rete Natura 2000, il decreto del 17 ottobre del 2007, anche questo citato dal Corpo Forestale, “vieta in generale lo svolgimento di attività di circolazione motorizzata al di fuori delle strade, con le sole eccezioni dei mezzi agricoli, dei mezzi di soccorso, controllo e vigilanza, nonché per l’accesso ai fondi dei titolari”. Tutto ciò pone una domanda piuttosto semplice: che conseguenze hanno sugli habitat e la fauna la presenza di moto che scorrazzano per una montagna che ricade nella Rete Natura 2000? Che sono delle aree comunque sotto tutela. Non delle vere e proprie Riserva naturalistiche, ma un gradino più sotto. Con precisi obiettivi di salvaguardia ambientale.

Ci sono poi i danni causati dal passaggio delle moto, che gli ispettori del Corpo Forestale del Distaccamento di Erice hanno anche ampiamente documentato, prospettando un esposto in Procura per deturpazione di bellezze naturali in base all’articolo 734 del Codice Penale ed i reati contro l’ambiente previsti dalla legge numero 68 del 22 maggio 2015. Ma c’è anche un aspetto che rimanda al dissesto idrogeologico, anche questo documentato dalla Forestale nell’ambito dell’attività di controllo e monitoraggio del territorio dove è emerso che le moto, così come i quad, hanno finito col creare con le loro ruote profondi solchi nei terreni, ma anche smottamenti di alcuni muretti a secco che i motociclisti saltano con i loro mezzi. E le abbondanti piogge delle scorse settimane, come riportato dalla Forestale, si è incanalata in questi solchi, che si sono quindi trasformati in torrenti. Contribuendo al dissesto idrogeologico.

Intanto domani mattina si terrà l’incontro tra l’amministrazione comunale di Erice e la Soprintendenza ai beni culturali per parlare del basolato riaffiorato lungo il sentiero di Sant’Anna a seguito delle abbondanti piogge di fine settembre ed i primi di ottobre. Nella strada, dal Santuario e fino al Belvedere San Nicola, è scattato il divieto di transito per i mezzi non autorizzati. Il percorso, da dove passa tra l’altro il Sentiero Italia del Cai, era del tutto dissestato con profondi solchi. Nei giorni scorsi in alcuni tratti sono stati sistemati, coprendo anche i fili e le canalette, nei pressi della Casa Forestale oltre che le voragini scavate dall’acqua, in alcuni casi finendo col fare riaffiorare parti dell’originaria pavimentazione. C’è da vedere adesso cosa decideranno Comune di Erice e Soprintendenza per salvaguardare questo patrimonio storico, che ricade tra l’altro all’interno in un contesto naturalistico targato Sic della Rete Natura 2000, e quindi interesse comunitario da tutelare per il suo habitat. E probabilmente anche per la sua valenza storica ed archeologica.

In questo versante del Monte ci sono anche resti di un antico muraglione Romano e di alcune torri che risalgono ai tempi della Prima Guerra Punica, e quindi attorno al 250 avanti Cristo. Quest’area, secondo diversi autori, è stata individuata come quella in cui sorgeva, oltre che diversi accampamenti Cartaginesi e Romani, anche il “castello” dell’Egitallo. Ma si parla anche di possibili necropoli e tombe protostoriche. Nelle Rocche del Calderaro, tra il Santuario di Sanrt’Anna e la Casa della Forestale, ci sono poi i resti dell’antichissima chiesa di Santa Maria delle Scale. Tutti luoghi e siti di interesse storico su di cui il gruppo archeologico Erykinon in questi anni ha puntato i riflettori, organizzando diversi incontri ed anche delle passeggiate a tema con archeologi e studiosi. E chiedendo ogni volta la salvaguardia e la valorizzazione di questo grande patrimonio storico che di fatto rende la montagna di Erice quasi un museo a cielo aperto. Tutto da scoprire passo dopo passo.

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