È tempo di bilanci finali per il 2023.
L’Istituto Demopolis, diretto da Pietro Vento, ha analizzato gli ultimi dodici mesi nella memoria dell’opinione pubblica.
La domanda principale, chiaramente, è: Che cosa resta del 2023 nella memoria degli italiani? L’evento di cronaca più citato è l’uccisione della giovane Giulia Cecchettin, con successivo movimento d’opinione contro la violenza sulle donne: lo indica il 60 %.
Per oltre il 50 % a caratterizzare l’anno che si chiude sono stati soprattutto il perdurare dell’inflazione, con l’aumento del costo della vita, e gli eventi climatici estremi, come l’alluvione in Romagna.
Più di un terzo dei cittadini ha poi citato la cattura, e la successiva morte, del capo di Cosa Nostra Matteo Messina Denaro.
L’anno politico in Italia è stato contraddistinto per il 54 % dal progressivo consolidamento del ruolo di Giorgia Meloni.
4 intervistati su 10 citano la scomparsa di Silvio Berlusconi, il 25 % l’arrivo a sorpresa di Elly Schlein alla guida del PD.
A segnare invece il 2023 nel mondo, invece, è stato per oltre l’80 % il violento attacco terroristico di Hamas e la risposta di Israele con l’esplosione del conflitto nella Striscia di Gaza.
Il 66 % ricorda il perdurare della guerra in Ucraina, mentre circa un terzo segnala l’uso su vasta scala dell’intelligenza artificiale.
L’Istituto Demopolis, poi, ha analizzato quale fosse la figura che ha colpito maggiormente i cittadini nel 2023.
Secondo il sondaggio, il personaggio dell’anno è Jannik Sinner, emblema della rinascita del tennis italiano. Sinner è stato citato dal 48 %, battendo così la Premier Giorgia Meloni che, invece, è stata indicata dal 40 % degli intervistati.
Il terzo gradino del podio lo conquista Paola Cortellesi, protagonista assoluta del film più visto del 2023 in Italia.
In conclusione, l’Istituto di ricerche diretto da Pietro Vento ha verificato gli stati d’animo prevalenti alla fine del 2023.
Il sentimento preponderante, citato dal 51 %, è quello dell’incertezza che prevale sulla speranza e sul senso di stanchezza che, invece, è stato dichiarato da oltre un terzo degli italiani intervistati da Demopolis.