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Le tre domande della domenica a… Valentina Colli, Presidente UDI Trapani

Il ruolo della donna e le ipotesi progettuali per una città più accogliente

Valentina Colli è la presidente provinciale dell’UDI, Unione Donne Italiane, sezione di Trapani. In questi ultimi giorni la stampa locale, regionale e nazionale, ha dato risalto alle parole di un prete trapanese che ha paragonato gli esperimenti di Mengele, fatti ai prigionieri dei lager nazisti, all’aborto.
Da responsabile dell’UDI, lei che ne pensa?

Sul videomessaggio di don Bruno non si può fare un ragionamento teologico nè politico, perché non ha nessun fondamento rispetto al primo: anzi, manca del tutto di quella Carità che il cristianesimo autentico celebra. E non deve avere nessuna attenzione politica perchè la politica deve restare laica, sia nella tutela dei diritti acquisiti che quelli da acquisire: piuttosto non deve farsi tirare la giacchetta dall’elettorato cattolico. È però sconcertante che le autorità ecclesiastiche non esprimano neanche un parere – non essendo don Bruno soggetto all’autorità diocesana – sull’operato, misogino e vergognoso, di un ministro di Dio.

Trapani è donna e madre, ma lo è davvero? In quali aspetti non lo è?

Trovo stereotipato già il titolo del progetto. Ma il problema vero è che manca un’agenda politica sulle politiche di genere e le pari opportunità, che viene demandata esclusivamente alle associazioni che possono limitarsi ad iniziative culturali. Non esiste neanche una Commissione Pari Opportunità. A Trapani manca una cultura di genere già nelle istituzioni – con una rappresentanza irrisoria in giunta, per esempio – e mancano dei luoghi laici per le donne, dove poter trovare supporti e spazi di elaborazione sociale e politica e di confronto. Per non parlare del depotenziamento dei consultori e degli asili soprattutto nelle frazioni.

Piazza Vittorio Emanuele, vista da una donna e per le donne e madri. Come?

Una Città deve avere dei luoghi che siano fruibili da tutti, indipendentemente dal genere, età ed abilità. Una piazza che sembra un’isola deserta in mezzo al nulla, non ha nessuna utilità per nessuno. Pensarla come uno spazio per passeggiare con i passeggini, le biciclette dei bambini mi sembra inutile, piuttosto riorganizzare la Villa Margherita. Si potrebbe però pensarla come uno spazio espositivo en plein air: non solo per le donne, ma per tutti. Ma se la vogliamo intitolare ad una donna, non ci offendiamo!

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