Agrigento si immerge nella sua storia aristocratica con la mostra “Agrigento e i Chiaromonte, tra potere, magnificenza e devozione”, inaugurata nei locali del Monastero di Santo Spirito. L’esposizione, curata dall’archeologa Maria Serena Rizzo, resterà aperta fino al 30 giugno e permetterà ai visitatori di scoprire le vicende di una delle famiglie nobiliari più influenti della Sicilia attraverso opere d’arte e reperti di grande valore, alcuni dei quali esposti per la prima volta.
L’iniziativa, fortemente voluta dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, si inserisce nel programma di eventi di Agrigento Capitale della Cultura 2025 ed è il frutto della collaborazione tra il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, l’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici dell’Arcidiocesi agrigentina e altri enti regionali e comunali.
La famiglia Chiaromonte lasciò un’impronta significativa anche ad Erice, dove nel 1290 il conte Enrico Chiaromonte, esiliato per fellonia, risiedette in un palazzo che successivamente donò alle monache benedettine. Edificio che divenne il primo monastero benedettino della città, ampliato nel tempo fino a inglobare un’intera strada adiacente. Nel corso dei secoli, le suore benedettine si dedicarono alla produzione di pregiati paramenti in seta, oro, argento e corallo, oltre ai celebri “dolci di badia”.
Tuttavia, nel 1866, con la confisca dei beni ecclesiastici da parte del neonato Stato Italiano, il monastero passò al Comune e le monache furono costrette a lasciarlo. A differenza di altri edifici sacri, la struttura non venne mai riutilizzata e oggi ne rimangono solo ruderi, testimoni silenziosi di un passato glorioso.
di Valeria Marrone