Il prossimo 2 aprile saranno centoventi anni. Centoventi anni dalla nascita del terzo club della Sicilia. Sono andato a ripassarmi..il passato. Ugolino Montagna fu il primo presidente. Ho con estrema curiosità cercato nomi di allenatori e giocatori tra le pagine di questo infinito romanzo. Alcuni noti al popolo del grande calcio. Altri eroi di un borgo, di un porto, di un quartiere. Se a Vincenzo Italiano venuto alla luce a Karlsruhe e poi cullato a Ribera sussurri dolcemente Trapani si illuminerà spalancando i ricordi su un pezzo significativo della sua vita. Ho scelto l’attuale tecnico del Bologna come simbolo di tenacia, fame (quella vera), coraggio, talento. Di diritto, se esistesse e un giorno lo sarà, nella Hall of fame di questo club.
Lunedì è il giorno peggiore da almeno sei settimane nella quotidianità di Trapani. Quella Trapani che si sveglia puntualmente tra rimpianti e incertezze, incapace di comprendere che succede, perché questo giocattolo si è crepato, al limite della auto distruzione. Eppure tutto e oltre il tutto è stato compiuto. Senza lesinare sforzi, senza indecisioni. È cambiato il vento, progressivamente. E in corsa tutti gli obiettivi: nell’ordine vincere il girone, centrare i play off, arrivare alla finale di Coppa Italia. Puff, svaniti, evaporati. L’ultimo comandamento recita così: evitare i playout. Bastano in fondo quattro punti. Non è tempo di rimorsi, è l’ora più buia e pesta non prevista dal catalogo , aggiornato continuamente.
Sabato l’incontro con chi nel punto più a ovest dell’isola ha piantato semi rigogliosi. E oggi lotta per sopravvivere. Sarà un sabato in Boscaglia. Ma preferibilmente se fosse un Sabato Italiano beh, non guasterebbe proprio!
Marco Civoli