Favignana, un epiteto di troppo

Di Nicola Baldarotta

Puppo. La parola, per noi siciliani, ha un solo significato ed anche altamente offensivo. Con l’epiteto “Puppo” si vuole offendere una qualsiasi persona omosessuale schernendola e denigrandola. La parola è lesiva della dignità già di suo ma se a pronunciarla è qualcuno all’interno di un’aula consiliare indirizzandola ad un consigliere comunale e ad un professionista della comunicazione, questa assume contorni ancora più gravi e da biasimare ufficialmente.

A Favignana, ormai è noto a tutti, gli animi fra le forze politiche opposte sono surriscaldati e magari sin troppo. Ma fino a quando le scaramucce politiche rimangono confinate nelle diatribe politiche, appunto, tutto possiamo farlo rientrare nella tra virgolette ordinaria contrapposizione.

I limiti, però, sono stati valicati. Da un cittadino che era presente per tutta la durata dei lavori consiliari e che, stando alle testimonianze che abbiamo raccolto, ha trovato anche sponda in qualche altro esponente della politica favignanese.

Veniamo ai fatti. Durante l’ennesima accesa seduta consiliare, quella di ieri sera, il consigliere comunale Giangrasso ha chiesto alla presidente dell’assemblea consiliare di far sgomberare l’aula poiché, dal pubblico, venivano più volte interrotti i lavori. Ciò che ne è scaturito ha dell’incredibile. Dal pubblico, un cittadino che è stato poi allontanato dall’aula consiliare si rivolge al consigliere Giangrasso con questa frase “Va curcate, puppo”. E, stando alle dichiarazioni del Sindaco, frasi omofobe similari erano state rivolte anche al giornalista Maurizio Macaluso attuale portavoce dell’Amministrazione comunale delle Egadi.

Ecco il momento immortalato chiaramente dai servizi di registrazione in uso al consiglio comunale di Favignana

Al collega Maurizio Macaluso, giornalista e scrittore fra i più apprezzati della provincia di Trapani, professionista serio e ligio al dovere con un senso delle Istituzioni davvero altissimo, va la nostra solidarietà. La stessa la estendiamo al consigliere Pietro Giangrasso. Ci chiediamo se, nel 2024, sia ancora possibile far finta di nulla davanti a episodi del genere e la risposta è un NO secco.

Agli organi competenti vada l’ultima parola.