di Fabio Pace

Basta dipendere dall’EAS, L’Ente Acquedotti Siciliani in liquidazione da tempo ormai immemore, divenuto palla al piede della gestione idrica di molti comuni della provincia di Trapani. La soluzione è nella gestione diretta delle reti idriche da parte dei comuni. Sono 17 quelli della provincia di Trapani che erano legati a doppio filo con l’EAS e dal quale non si sono mai affrancati per la mancata costituzione di un ATO idrico, procedura avviata e mai definita. Oggi il Governo Musumeci viene incontro ai sindaci del Trapanese. Per consentire ai Comuni di poter prendere in gestione le reti idriche, la Regione si farà carico di incrementare di sette milioni di euro l’apposito Fondo di rotazione (nel quale sono già disponibili tre milioni di euro). Risorse necessarie all’avvio della fase di start up da parte degli enti locali e grazie alle quali potranno essere ammodernate le infrastrutture di distribuzione – in molte parti ammalorate – e sostituiti i contatori non più funzionanti, facendo così entrare a regime il sistema. Un prestito che i Comuni potranno restituire in dieci anni, una volta ripresa la fatturazione dei consumi e avviato la riscossione della tariffa. Una operazione complessa che potrebbe rivelarsi un frutto avvelenato se i comuni non fossero in grado di gestire le reti idriche, ma al momento sembra essere questa l’unica soluzione possibile e “passabile”. «Per troppi anni, anche decenni – ha sottolineato Musumeci – la gestione del servizio idrico in Sicilia è stata abbandonata a se stessa: reti colabrodo, contatori in molti casi guasti o peggio inesistenti, mancato pagamento dei canoni. Una situazione insostenibile che ha creato, anno dopo anno, debiti milionari. Adesso basta! Bisogna consentire ai Comuni, alcuni dei quali, in realtà, sono stati inerti, di poter assumere la gestione, affiancandoli in questa fase di avvio del “nuovo corso”. Solo così si potrà tornare alla normalità, sotto ogni aspetto. Nel frattempo, si lavora affinché entro l’anno si definisca il Piano d’ambito». Come si legge nella dichiarazione di Musumeci un accento è stato posto anche all’inerzia del comuni. Insomma prendersi in carico le reti idriche significherà anche assumersi delle responsabilità per i sindaci: in primo luogo quella del “debito” dei comuni verso il fondo di rotazione; in secondo luogo la responsabilità del rifacimento delle reti idriche fino ai contatori degli utenti; in terzo luogo una responsabilità dirietta verso i cittadini utenti. Insomma, il carrozzone EAS non sarà più un facile alibi per i sindaci. All’incontro, svoltosi, a Palazzo Orleans, su iniziativa del presidente Musumeci, erano presenti il prefetto di Trapani Tommaso Ricciardi, l’assessore regionale ai Servizi di pubblica utilità Alberto Pierobon, i dirigenti generali dei dipartimenti Acqua e rifiuti Calogero Foti e della Protezione civile Salvo Cocina, i rappresentanti dell’Ente acquedotti siciliani, dell’Ato idrico di Trapani e di Siciliacque.