Christian Favara sarebbe stato ucciso da un fendente al petto che non gli ha dato scampo intorno a mezzanotte. Poco prima, verso le 23.30, la compagna con cui conviveva al primo piano di una palazzina su tre piani nella piccola via Avellone a pochi passi dalla Cattedrale di San Lorenzo in qualche modo preannunciava l’insano gesto che avrebbe compiuto da li a poco. “Sono stanca…,non ho più niente da perdere. Perdonatemi, stasera farò qualcosa che non avrei mai pensato…”; dagli stessi post di Vanda Grignani, 45enne trapanese, sembrerebbero testimoniare che con il compagno vi fosse un clima di continua esasperazione. Il suo rientro poco oltre l’orario della misura restrittiva impostagli dall’autorità giudiziaria, alle 23, avrebbe fatto precipitare gli eventi. Sarebbe stata la stessa presunta omicida a chiamare il 112. I Carabinieri, giunti verso l’una di notte sul posto hanno bloccato la viuzza del centro storico da entrambe “le entrate” per espletare le formalità di rito assieme agli uomini del 118 chiamati con un ambulanza per poi trasportare la salma.
Cristian Favara, anche lui 45 anni, aveva avuto un passato turbolento con vari precedenti per droga ed era stato ritenuto colpevole in primo grado (in attesa di appello) della morte della ventiquatrenne Roberta Oresti, morta nel 2016, uccisa da una dose letale di eroina e cocaina, che gli sarebbe stata ceduta dall’uomo ucciso questa notte. Favara era figlio della nota ristoratrice trapanese Bettina ed aveva collaborato a lungo con la madre nei locali di via Spalti.