La Corte Costituzionale ha dichiarato illegittimi i continui rinvii delle elezioni provinciali in Sicilia, emanando una sentenza che mette in discussione la gestione commissariale prolungata degli enti locali dell’isola.
Questa sentenza, che si riferisce alla legge 6 del 2023, rileva una violazione degli articoli 5 e 114 della Costituzione, richiamando la necessità di rispettare i principi di autonomia e rappresentanza degli enti territoriali, quali i Liberi consorzi comunali e i Consigli metropolitani. La decisione è giunta a seguito di un ricorso del Comune di Enna contro i decreti di nomina dei commissari straordinari da parte del presidente della Regione, decretando come illegittimo anche l’ultimo rinvio delle elezioni del 2023.
Questo pronunciamento della Consulta sottolinea come il ripetuto rinvio delle elezioni, protratto dal 2015, abbia bloccato la costituzione degli enti territoriali autonomi in Sicilia, ritenendo insostenibile la gestione commissariale di lungo corso.
La sentenza si lega a un’ulteriore proroga recente, sancita dall’Assemblea Regionale Siciliana nell’ambito della riforma urbanistica, che ha nuovamente rimandato le elezioni di secondo grado, precedentemente fissate per il 15 dicembre 2024.
Dietro questa scelta politica si trova anche una preoccupazione legata ai costi delle elezioni dirette, con una stima di circa 15 milioni di euro, che include le spese per l’organizzazione dei seggi elettorali e il pagamento dei componenti delle commissioni elettorali.
La questione resta dunque aperta, con la Corte che invita la Regione Siciliana a procedere al più presto con le elezioni per ristabilire la rappresentanza democratica degli enti di area vasta.
Chiara Conticello