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Bonagia, il porto invaso dalla posidonia: si attendono le analisi

Lo scivolo di alaggio e la banchina davanti la Torre della Tonnara al momento sono inutilizzabili.

di Mario Torrente

La stagione alle estiva è alle porte ma a Bonagia, al momento, non è possibile né tirare né calare in mare nessuna barca dallo scivolo di alaggio a causa della presenza della posidonia, che ostruisce anche il tratto di mare antistante la banchina, dove è impossibile ormeggiare: se ne è accumulata talmente tanta da avere formato quasi una “allungamento” che congiunge il molo con la secca antistante. Che tra l’altro emerge dall’acqua per diversi centimetri. Una cosa del genere, dicono a Bonagia, non si era mai vista.

Di sicuro c’è che da questo specchio di mare, davanti l’antica Torre della Tonnara, non può passare, né attraccare, nessuna imbarcazione, motoscafo, gommone, piccola lancia o gozzo in legno che sia. Ed a quanto pare, per come raccontano le persone del posto, la posidonia si trova in abbondandanza nel fondale di tutto il bacino portuale, riducendone la profondità, già piuttosto bassa di suo. Ci sono punti dove non raggiunge nemmeno un metro, in altri tra il metro e mezzo o poco più. Con tutto ciò che ne deriva per le manovre in porto delle imbarcazioni, che quando passano con le eliche in moto sollevano tanta “alga”, qui la chiamano così. In realtà è la vegetazione marina che proviene dal posidoneto del golfo di Bonagia, uno dei più grandi ed importanti al punto da essere una Sic-Zps, ovvero un Sito di interesse comunitario che rientra in una Zona di protezione speciale.

Praticamente davanti la costa di Bonagia c’è un immenso polmone marino, un sorta di “Foresta Amazzonica del mare”, con habitat unici, che libera ossigeno attraverso la fotosintesi clorofilliana, producendo fino a venti litri di ossigeno al giorno a metro quadrato. Ed assorbendo, contestualmente, enormi quantità di anidride carbonica. Come noto, le praterie del posidoneto, che sono un buon bioindicatore della qualità delle acque marine, formano delle banquette, degli accumuli di foglie morte che finiscono sul litorale, svolgendo tra l’altro un’importante funzione contro l’erosione costiera. Ed a Bonagia, come in altre località del Trapanese, si è abituati alla presenza della posidonia spiaggiata. Ma quella che da mesi si trova dentro il porto di Bonagia, non è posidonia spiaggiata. Questo vuol dire che per la sua rimozione bisogna seguire un’altra procedura.

Trovandosi in acqua e all’interno di un bacino portuale bisogna infatti prima fare delle analisi, per capire se ci sono tracce di inquinamento. In questo caso, i cumuli dovrebbero essere trattati come rifiuti, con tutto ciò che ne consegue per lo smaltimento in discarica per come previsto dalla normativa e relative procedure. Se invece dalle analisi non emerge la presenza di carburante e altre sostanzer inquinanti, allora potrà rimuvere la posidonia che ostruice lo specchio di mare portandola in un’area, tra l’altro già individuata dall’amministrazione comunale, nei pressi del depuratore, così come fatto sapere dall’assessore Giuseppe Cardella, che ha ricordato come il Comune abbia già presentato apposita istanza alla Regione per un intervento straordinario di rimozione della posidonia.

Quindi, tutto dipende dalla caratterizzazione della posidonia, che dovrebbe essere fatta nei prossimi giorni. Una volta che si sapranno i risultati, allora si potrà decidere sul da farsi. Intanto, tra le priorità, ci sarebbe da liberare lo scivolo di alaggio, e questo potrebbe essere l’intervento più immediato ed anche facile, visto che basterebbe, una volta avuto l’ok del Demanio, spostare i cumuli ai lati. Questa soluzione potrebbe essere quella di più immediata esecuzione. Tra l’altro lo scivolo del porto di Bonagiua è uno dei pochi in zona a disposizione dei diportisti per calare o tirare in mare le loro imbarcazioni dai carrelli. Gli altri scivoli di alaggio, adeguati per le operazioni di alaggio di gommoni, motoscafi e imbarcazioni varie, si trovano a Trapani, alla Marina, davanti alla via dei Ranuncoli, ed a Cornino. E con l’inizio della stagione estiva c’è bisogno di avere lo scivolo di Bonagia operativo.

Ma resta il problema della posidonia davanti la banchina, che ostruisce lo specchio d’acqua, dove non è possibile né navigare né ormeggiare. Ma ci sono anche i disagi legati ai cattivi odori che avvengono dall’accumulo, a pochi metri da una zona dove tanta gente va a passeggiare. Per non dire delle attività commerciali che ci sono sul lungomare di Bonagia, che è anche una meta turistica sempre più rinomata e apprezzata. In tutto ciò ci sarebbe sempre in ballo il progetto per la realizzazione del nuovo porto, dove è prevista una spesa di 31 milioni di euro.

I fondi dovrebbero arrivare dalla Regione, come a suo tempo prospettato. Al momento, per come spiegato dall’assessore Giuseppe Cardella, si attende l’aggiornamento dei prezziari per mandare tutto al Ministero dell’Ambiente per la Via-Vas. Una volta arrivate le autorizzazioni ed i nulla osta necessari, il progetto per il porto di Bonagia potrà andare in appalto per l’aggiudicazione dei lavori, essendoci il progetto preliminare di fattibilità tecnico-economica, mentre quello esecutivo, così come previsto dal nuovo Codice degli appalti, lo dovrà redigere l’impresa che si vincerà la gara. Intanto, però, c’è da liberare lo scivolo e la banchina dagli accumuli di Bonagia. Un intervento necessario che, se non scatterà in tempi brevi, rischia davvero di compromettere la stagione turistica nel piccolo borgo marinaro che fu di rais e tonnaroti.

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