di Luigi Todaro
Le note, struggenti, di “Una lacrima sul mare” scandite dalla banda musicale Città di Paceco, le parole, toccanti, del parroco della Cattedrale, il bagno di folla.
La comunità trapanese, in lutto, questa mattina, si è stretta attorno a Gaspare e ai suoi familiari nel giorno dell’addio. Dell’ultimo viaggio, quello senza ritorno. E di viaggi in mare Gaspare Davì, 44 anni, ne aveva fatti tanti. L’ultimo, quello prima dell’agognata aspettativa, gli è stato fatale. Vittima di un infortunio sul lavoro a bordo della nave Antares dove era imbarcato. La tragedia al porto di Napoli.
Gremita la Cattedrale San Lorenzo. Tante le persone rimaste fuori dalla chiesa. Presenti il sindaco Giacomo Tranchida, la Giunta, i consiglieri comunali.
Il feretro, dalla chiesa di Santa Teresa dove era stata allestita la camera ardente, ha raggiunto piazza Garibaldi. Giunto lì è stato portato in spalla fino alla Cattedrale.
“E’ difficile immaginare – ha detto monsignor Gaspare Gruppuso, durante l’omelia – che il lavoro possa portare alla morte e spezzare i legami familiari e terreni. Gaspare ha perso la vita lavorando, impegnandosi affinchè la sua famiglia trovasse sostentamento”. Poi si è rivolto a Giovanna Cordaro, moglie del marittimo: “Non ti posso alleviare il dolore con le parole, ma il Signore sì. Non scoraggiarti, Gaspare è qui. E’ presente. Gaspare è risorto con Cristo”.
Un lungo e caloroso applauso ha accolto l’uscita della salma mentre in cielo si sono alzati palloncini bianchi e un palloncino a forma di cuore con la scritta “Ciao Gaspare”. A rendere l’atmosfera ancora più commovente, la banda musicale Città di Paceco di cui fa parte Giovanna Cordaro. Il feretro, sempre portato in spalla, ha poi raggiunto la chiesa del Purgatorio dove sono custoditi i Misteri. Gaspare era uno dei protagonisti della processione del Venerdì Santo, essendo un portatore. Infine, il mesto corteo verso il cimitero comunale.