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“Ad Maiora Alice”, folla commossa ai funerali della 22enne

di Luigi Todaro

“Vogliamo, però, ricordarti com’eri. Pensare che ancora vivi. Vogliamo pensare che ancora ci ascolti e che come allora sorridi. Fino al cielo”. Parole, toccanti, racchiuse in uno striscione affisso accanto all’ingresso della chiesa di San Pietro dove, oggi pomeriggio, sono stati celebrati i funerali di Alice.

L’omaggio degli amici e delle amiche della giovane di 22 anni che ha perso la vita in un incidente stradale. Gremita la chiesa. Dolore, rabbia e commozione.
“In questi giorni ho scoperto una parte di mia figlia che non conoscevo – ha detto il padre, Gaspare Culcasi a conclusione della funzione religiosa – Di quanto amore era circondata. Le sue amiche, i bimbi di cui si prendeva cura, perché Alice amava i bambini, soprattutto i più bisognosi. Aveva attraversato un periodo oscuro, ma era rinata. È così che voglio ricordarla, sorridente come era lei”.

Era solare Alice. Così come è ritratta nelle magliette bianche, con un bel tramonto sullo sfondo, indossate dalle sue amiche. Un sorriso contagioso, una vita davanti, tanti progetti da realizzare. Quella vita, però, si è spezzata, di colpo, contro un albero, in quel tragico sabato mattina, vigilia di Pasqua. A bordo di una Seat Ibiza, stava rincasando. L’incidente stradale in via Virgilio, nei pressi dell’appartamento dove abitava con papà Gaspare e mamma Daniela. Alice aveva un fratello: Giacomo che vive a Londra. Ad officiare la messa, padre Giuseppe Bruccoleri. “Nessuno di noi – ha detto durante l’omelia – avrebbe voluto essere qui quest’oggi. Nessuno poteva immaginarsi che l’alba di sabato scorso si sarebbe trasformata, in un istante infinito di dolore, di angoscia, di incredulità”. Ed ancora: “Neanche io vorrei trovarmi qui in questo momento, non perchè voglia sottrarmi da questo dolore immenso che percepisco dal cuore straziato di tutti voi, ma semplicemente perchè avrei preferito più che sentir parlare di Alice, parlare con Alice, essere contagiato dal suo sorriso e ascoltare dalla sua voce i suoi sogni e le sue speranze”.

Non si possono, però, più riportare indietro le lancette della storia e “dinanzi alla morte assurda di Alice – ha concluso il parroco – l’unica cosa che possiamo fare e aprire il nostro cuore a quel seme di speranza che Gesù ci offre”.

Le canzoni “Ovunque sarai” di Irama è “ Sta passando novembre” di Eros Ramazzotti hanno accolto l’uscita del feretro. Erano i brani che la ragazza cantava a squarciagola con la sua comitiva.

Poi il carro-funebre si è messo in marcia. “Ad Maiora Alice”. Lo diceva lei. Lo dicono le amiche.

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