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E’ scomparso Gianni Mattò, il pittore della ‘mattanza’

E’ scomparso Gianni Mattò, pittore autodidatta, che sin da ragazzo amava disegnare scene di vita di mare: pesci, barche, pescatori. A partire dagli anni ’60 la sua pittura istintiva e quasi primitiva cattura l’anima e le sensazioni della mattanza tradizionale, alla quale le piccole e geometriche casette bianche di Favignana fanno talvolta da sfondo, restituendo allo spettatore opere di impareggiabile intensità. Sul finire degli anni ’80, Salvatore Fiume scoprì casualmente l’innato talento artistico di Gianni Mattò. Decise allora di far allestire la sua prima mostra in una galleria d’arte di Milano, conferendo al pittore favignanese meritata fama a livello nazionale. Salvatore Fiume lo coinvolse anche nel suo affascinante progetto Alleanze Pittoriche, tramite il quale intendeva valorizzare, attraverso una collaborazione, un’alleanza, giovani e talentuosi artisti contemporanei. “Il forestiero che capiti in Sicilia, specie nelle zone dove vengono pescati i tonni – scriveva Fiume – non può sfuggire al racconto della «mattanza» che gli viene offerto, se non imposto addirittura, per informarlo e impressionarlo attraverso i mille particolari della sanguinosa battaglia fra i pescatori e i tonni che vengono attratti, come si fa con le tigri nella foresta, in gabbie appositamente preparate come trappole in mare, dette proprio “gabbie della morte”. Chi dipinge questi racconti è soltanto Giovanni Mattò che fin dalla nascita vive a Favignana, isola delle mattanze e delle tonnare”.

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