Si tratta di un palermitano che era stato sorpreso a catturare cardellini a Calatafimi-Segesta
Sei mesi di reclusione, senza il beneficio della sospensione condizionale della pena, per furto venatorio. Una vera e propria stangata quella che si è abbattuta su Francesco Paolo Fiore, palermitano di 28 anni, che sorpreso dai carabinieri a catturare cardellini in località Inici-Castello, nel territorio di Calatafimi-Segesta, era stato arrestato. Il giovane, però, ha pagato per i suo precedenti. In più di una circostanza, infatti, era stato segnalato per vendita di avifauna selvatica protetta al Mercato di Ballarò e per altre violazioni sulla normativa venatoria. L’ultima denuncia, un mese fa. Nel Trapanese, in violazione delle norme che tutelano la fauna selvatica e regolano l’esercizio della pratica venatoria, era stato trovato in possesso di nove cardellini che oltre ad essere annoverati tra le specie protette, appartengono al patrimonio indisponibile dello Stato. L’attività di bracconaggio, secondo la tesi dei carabinieri forestali, che hanno agito di concerto con i loro colleghi del Nucleo Cites di Palermi, era avvenuta mediante un sistema di reti, comandate da un meccanismo a scatto azionato manualmente dal palermitano, al centro del quale erano posti altri esemplari vivi, catturati in precedenza ed utilizzati come veri e propri richiami, con ali e zampette legate a dei paletti per il tramite di un’imbracatura in modo da impedirne l’allontanamento. Per la crudeltà del sistema di prelievo dell’avifauna, Fiore era stato anche denunciato per maltrattamento di animali.