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DIONISIACHE 2019: NEL TEATRO DEL PARCO ARCHEOLOGICO DI SEGESTA OGGI LA PRIMA ALBA

Debora Caprioglio è Elena Muti ne “Il Piacere” di Gabriele D’Annunzio. Lo spettacolo, che è andato in scena oggi, alle 5 del mattino, con la regia e versione teatrale di Fausto Costantini, è stata la prima delle quattro “albe” nel teatro del Parco archeologico di Segesta, nell’ambito del Calatafimi Segesta Fetival Dionisiache 2019, con la direzione artistica di Nicasio Anzelmo. Musiche di Davide Cavuti, Costumi e grafica: Rocre,Suggestioni di luci e ombre dal vivo Silviombre (Spettacolo consigliato ai maggiori di 18 anni).

Il Piacere, pubblicato a Milano nel 1889, racconta le vicende di Andrea Sperelli, discendente da nobile famiglia, esteta raffinato e colto, tutto proteso a fare la propria vita come si fa un’opera d’arte. Il romanzo diviso in quattro parti, si apre con l’incontro fatale tra Andrea ed Elena Muti. Andrea ed Elena hanno una breve ma intensa storia d’amore, evidenziando come i due siano molto simili, al punto di affermare che Elena è il doppio femminile di Andrea. Entrambi hanno caratteri molto simili. Andrea, egoista, spietato, cinico e approfittatore. Elena non è da meno perché illude il protagonista mostrandosi dolce, gentile e passionale, quando in realtà lo disprezza ed evita. Al momento opportuno lo allontana e non vuole più vederlo, come se fosse una sorta di divertimento nel farlo prima innamorare e poi lasciarlo con disdegno. Tutto questo faceva anche Andrea prima di incontrare Elena: una storia dopo l’altra per puro gioco, senza preoccuparsi dei sentimenti altrui. Tutti e due hanno lo stesso gusto per il lusso, la ricercatezza, la rarità e la raffinatezza con forte interesse per arte e cultura. Andrea ama se stesso credendo di essere uomo particolare al di sopra della gente comune, alla ricerca di una donna che abbia la sua stessa ideologia.

Lo Spettacolo: È visto dagli occhi di Elena che rivive il rapporto con Andrea tra poesia e storia. Nell’attesa dopo anni dell’ennesimo incontro di passione, con descrizione di ambienti ed atmosfere minuziose come solo D’Annunzio riesce a fare, Elena si erge a figura di donna emancipata e seduttrice, priva di religiosità e pudore. Cosi come nella società odierna diviene sempre più coltivato l’erotismo unitamente all’arte della seduzione, Elena ritiene questa la via più semplice per ottenere ciò che si vuole. La sua capacità inebriante e carnale la rende unica artefice della perdizione dell’uomo, Andrea Sperelli. Nel nostro testo abbiamo inserito “La Passeggiata” di D’Annunzio, come elevazione poetica della donna in mezzo a tanta prosa. I versi collocati in punti strategici della riscrittura, rappresentano un’accelerazione continua di emozioni per lo spettatore ed energie nuove per la protagonista.

La messa in scena: La lettura è ambientata sul luogo dove una volta si è consumato il rapporto sfrenato tra i due. Il piacere come ricordo metafora, nel tempo passato ha spento le emozioni del rapporto antico, trasformandosi in attesa e gioia continuamente soffocata dal nascente rancore prima dell’addio definitivo. Sulla scena un enorme lenzuolo bianco copre ogni cosa (compreso il mobilio del passato). Una sorta di doppio sogno raccontato ora dagli occhi di lei, ora dagli occhi di lui. Debora Caprioglio è stata la graffiante interprete dello spettacolo tra espressioni e memoria, mostrandosi complice vera della Elena romanzata. Di tutte le mescolanze carnali questa è la più completa, tanto appagante, da rendere la versione scritta il naturale completamento nella figura dell’attrice. Fausto Costantini è un Andrea Sperelli piegato e invecchiato dal tempo mentre Silvio Gioia e le sue suggestioni di ombre ne è la memoria giovanile. Le musiche del maestro Davide Cavuti scandiscono i ritmi e l’atmosfera della messa in scena. L’idea scenica di Ludovica Costantini.

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