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San Vito, alla scoperta del Museo del Santuario

Riaperto dopo un anno, grazie ad una convenzione tra pubblico e privato, il museo del Santuario di San Vito Lo Capo è un piccolo scrigno che nasconde secoli di devozione.

Varcata la soglia del portone di ingresso, inizia il percorso artistico – devozionale. Le scale portano nei locali al primo piano dove le teche custodiscono gli oggetti sacri. Qui tutto riporta al Santo, ad iniziare dai preziosi parati ricamati con fili d’oro su tessuti che raccontano il gusto delle varie epoche. La più antica è la casula seicentesca di velluto verde. Ma in esposizione ci sono anche argenti, risalenti tra la fine del 1500 al XXI secolo,  ed ex voto testimonianza di donazioni da parte di nobili e ricchi mercanti devoti a  San Vito Martire. Gli ambienti del Museo sono infatti legati alla storia del Santuario di San Vito Lo Capo, meta fin dal 1300 di pellegrini, e gli oggetti custoditi al suo  interno sono la testimonianza del rapporto di fede tra i fedeli, il  Santo ed il territorio.

I locali ospitano anche un Ecce Homo in stucco, realizzato da Orazio Ferraro nel XVI secolo, e  la statua lignea dell’Immacolata del secolo XV, abbandonata dentro la Tonnara del Secco che, dopo un accurato restauro, è stata riportata alla fruizione dei devoti. +

Lo Scalone, uno dei più importanti in provincia di Trapani dopo quello monumentale del Museo Pepoli, è un altro elemento della devozione popolare

Il percorso di arte, architettura e devozione si conclude con una meravigliosa vista panoramica sul terrazzo del Santuario. La riapertura del Museo, dopo un anno di chiusura a causa della pandemia, è il frutto di una sinergia tra Diocesi di Trapani, amministrazione comunale sanvitese e Feed Back, l’agenzia che organizza il Cous Cous Fest.

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