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I fili della continuità

di Martina Bannino

Erice è un luogo incantato. Un luogo carico di storia, mito e bellezze, che custodisce narrazioni epiche ed emozionanti memorie personali. Una di queste è quella della signora Franca, artigiana del tappeto ericino. Il suo laboratorio è un museo del suono. Il suo telaio emette rumori remoti ed evocativi di barche sul mare. Scricchiolii, sibili, vibrazioni. Un universo di serenità, come ci rivela lei stessa.

Qui il tempo si ferma, le mani della signora Franca scorrono veloci sul telaio, movimenti precisi e ripetuti, che hanno plasmato le sue dita a misura del suo telaio. Una vita bella, fatta di passione e semplicità, una vita fra cortili e telai

E noi siamo andati a trovarlo Sergio che orgogliosamente ci dice quanto, anche per lui, la passione per la tessitura sia legata alla tradizione di famiglia. Essere un artigiano, dice ancora Sergio, è un fatto di amore e ci conferma quanto il telaio possa essere non solo uno strumento di lavoro ma anche un mezzo per ritrovare se stessi.

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