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“L’ERESIA CATARA” e “LA GIARA”

Si terrà domani sera, alle 21.15, il secondo appuntamento della rassegna teatrale Pirandelliana dal titolo “Pirandello a Valderice”, che ha come obiettivo quello di riscoprire il linguaggio del teatro di Luigi Pirandello attraverso
le sue opere più famose, in programma, tutti i venerdì di Agosto al teatro “Nino Croce” di Valderice.
Dopo “LA PATENTE” e “L’UOMO DAL FIORE IN BOCCA”, portati in scena venerdì scorso da Mario Pupella, Francesco Grisafi e Martina Galione, domani sera alle 21. 15, sarà la volta di altri due atti unici di Pirandello “L’ERESIA CATARA” e “LA GIARA”, portati in scena dalla “Compagnia Nuova Palermo” con la regia di Marco Pupella.
S
“L’ERESIA CATARA”: Berardino Lamis è un professore di storia delle religioni
dell’Università di Roma. È un uomo anziano, completamente immerso nei suoi studi e
poco calato nella vita reale; dopo che la cognata è rimasta vedova di suo fratello,
Bernardino ha ceduto a lei e ai suoi sette figli la propria casa con giardino, e ha
cominciato a vivere in due misere stanze. Come professore, Lamis è tormentato da
un’ossessione: egli ha saputo che uno storico tedesco, Hans Von Grobler, ha
pubblicato un libro sull’eresia Catara e che il libro è stato accolto dalla critica con
grande favore. Viceversa un libro che egli stesso ha scritto due anni prima sul
medesimo argomento è passato completamente sotto silenzio. Anche lo storico
tedesco non ha trattato con riguardo l’opera di Bernardino Lamis sull’eresia Catara: ne ha plagiato delle parti e l’ha citata un’unica volta con giudizio negativo. Sotto la spinta della volontà di rivalsa, il professore prepara accuratamente una lezione per confutare pubblicamente lo storico tedesco, annuncia la cosa a quelli che sono gli unici due studenti appassionati dei suoi corsi, Ciotta e Vannicoli, e li esorta a passare la voce affinché il pubblico della lezione cresca. Quando giunge il giorno fissato per la lezione piove a dirotto, ma Lamis …
In scena: Leonardo Campanella, Sandra Zerilli, Lavinia Pupella, Nando Chifari,
Mirko Ingrassia.


“LA GIARA”: La giara è una commedia in atto unico scritta nel 1916 da Luigi
Pirandello, ripresa da una novella scritta nel 1906 e pubblicata nel 1917 nella raccolta Novelle per un anno. Nell’ottobre del 1916 lo stesso autore ha fatto un adattamento teatrale in atto unico, che è andato in scena per la prima volta a Roma, il 9 luglio del 1917, presso il Teatro Nazionale, a opera della Compagnia di Angelo Musco. Il 30 marzo del 1925 l’opera andò in scena per la prima volta, sempre a Roma, nella versione in lingua italiana.
La storia è incentrata sulla vicenda di Don Lolò Zirafa, proprietario terriero ricco e
avaro, che vede ovunque nemici pronti a rubargli la sua roba. Ama litigare e per
questo cita in giudizio spesso i suoi contendenti. Compra una grandissima giara per
conservare l’olio della nuova raccolta, ma questa viene ritrovata rotta in due e Zirafa
si infuria.
La giara può essere riparata solo da Zi’ Dima Licasi, artigiano del posto, che va in giro dicendo di aver inventato un mastice che tiene tutto attaccato alla perfezione. Zirafa però vuole di più e chiede che la saldatura sia rinforzata con punti di filo di ferro.
L’artigiano, non contento, esegue gli ordini, ma rimane bloccato all’interno della giara.
I due litigano, perché l’artigiano vuole essere comunque pagato, mentre il proprietario terriero non vuole, visto che per farlo uscire dovranno rompere la giara. Si rivolge al suo avvocato, che lo invita a pagare e a rinunciare a ogni risarcimento per non essere accusato di sequestro di persona. Ma il proprietario terriero si rifiuta di seguire il suo consiglio: alla fine, su tutte le furie, Don Lolò Zirafa, arrabbiato, tira un calcio alla giara, che rotolando libererà l’artigiano, che così vince!
La giara, come tutte le opere di Pirandello, propone alcuni temi cari all’autore siciliano, come ad esempio il moltiplicarsi di punti di vista, la Sicilia, i conflitti tra le persone. Ritroviamo la tematica della “roba” ripresa dal Verismo verghiano e il morboso attaccamento ai beni materiali.
In scena: Leonardo Campanella, Sandra Zerilli, Mirko Ingrassia, Lavinia
Pupella, Nando Chifari, Massimiliano Sciascia, Agnese Rincione, Vincenzo
Pepe e Mario Pupella.

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