Pubblicate le motivazioni della sentenza di assoluzione dei due migranti sbarcati lo scorso mese di luglio dalla Diciotti
Erano stati definiti dei pericoli “facinorosi” da arrestare. Bichara Ibrahim Tuani, di 32 anni originario del Senegal e Ibrahim Amid, ghanese di 27 anni sbarcati a trapani nel luglio dello scorso anno dalla Diciotti ed accusati di aver minacciato l’equipaggio della Vos Thalassa, lo scorso 23 maggio sono stati assolti dal giudice per udienze preliminari Pietro Grillo “perché il fatto non costituisce reato”. Le motivazioni della sentenza sono state pubblicate. Un documento di 72 pagine che evidenzia ancora una volta la “necessità di un porto sicuro e il fatto che la Libia non lo sia”. Per il giudice Grillo il comandante della Vos Thalassa non avrebbe potuto seguire le direttive impartite dalla Guardia Costiera libica. “Il potere della autorità libiche di impartire a quelle italiane direttive in vista del rimpatrio in Libia di migranti provenienti da tale Paese – si legge nelle motivazioni – deriva dall’accordo stipulato tra Italia e Libia nel 2017”. Un memorandum spiega il Gup “giuridicamente non vincolante e non avente natura legislativa” in quanto mai ratificato dal Parlamento italiano. E ancora “la Libia è assolutamente inadempiente per quanto riguarda le condizioni dei campi di accoglienza temporanei o di detenzione”. Insomma un duro colpo alla politica messa in campo dall’ex ministro Minniti. Per quanto riguarda la ribellione a bordo della Vos Thalassa, quando i migranti si sono accorti che aveva virato verso la Libia, il giudice dice che «è indiscutibile che le azioni delittuose indicate nei capi di imputazione siano state poste in essere dagli imputati. È altrettanto chiaro che tali azioni siano state poste in essere al fine di evitare di essere riportati in Libia”. “Se si riflette un momento sul fatto che i 67 migranti imbarcati dalla Vos Thalassa avevano subìto – si legge ancora nel documento – prima della partenza dal territorio libico, le disumane condizioni rappresentate dalla Unhcr, appare evidente come il ritorno in quei territori costituisse per loro una lesione gravissima di tutte le prospettive dei fondamentali diritti dell’uomo”. Adesso la palla passa alla Corte europea che esaminerà la richiesta dei due migranti, scarcerati dopo 10 mesi di detenzione, di risarcimento nei confronti dei ministri Salvini e Toninelli.
Pamela Giacomarro