sabato, Luglio 27, 2024
22.1 C
Trapani
HomeCronaca"Rapporti pericolosi"

“Rapporti pericolosi”

L’ex parlamentare azzurro Paolo Arata e Vito Nicastri ieri sono stati arrestati insieme ai figli e a un funzionario del dipartimento Energia. Nelle carte dell’inchiesta storie di corruzione e i contatti ambigui con burocrati e politici

A gennaio il nome di Paolo Arata non era ancora finito sulle cronache nazionali. Il suo rapporto con Vito Nicastri, il re dell’eolico in Sicilia, si avviava lentamente verso il viale del tramonto. Le strade di Arata e Nicastri e dei loro figli Francesco e Manlio, si incrociano nel 2015. Nicastri è alla ricerca di volti nuovi, puliti, per portare avanti i suoi interessi. L’uomo giusto  – secondo la Procura palermitana – è proprio Arata che Il 2 dicembre 2015,  con la società Alqantara acquisisce dalla Quantans di Antonello Barbieri – milanese ritenuto prestanome di Nicastri – la totalità delle quote della Etnea. L’operazione costa 300mila euro. Parte di questa somma finisce nelle mani dell’imprenditore alcamese. Si tratta solo di uno dei tantissimi movimenti finanziari monitorati dalla Dia nel corso dell’indagine. La prova, secondo gli inquirenti, che dietro Arata c’è Nicastri. Tra i principali business individuati dai due c’è l’ottenimento delle concessioni, sfruttando le amicizie all’interno della Regione –  per la costruzione di impianti di produzione di energia in modo da rivendere il pacchetto completo alle grandi holding che operano nel settore, come nel caso degli impianti di Biogas da realizzare a Calatafimi-Segesta e Francofonte. Stabilimenti che, nell’ottica di Nicastri, avrebbero dovuto trattare non solo rifiuti organici ma anche rifiuti indifferenziati, riuscendo così a massimizzare un potenziale business da far fruttare in sede di vendita delle autorizzazioni. Le cose però si complicano per l’eco mediatico creato dall’opposizione di Legambiente e dalla parlamentare regionale del Movimento 5 stelle Valentina Palmeri . Nicastri suggerisce di attuare una strategia aggressiva ma nonostante tutto gli iter restano bloccati. Così si arriva a una fase in cui, complice anche l’arresto del re dell’eolico con l’accusa di concorso esterno alla mafia, i Nicastri, padre e figlio iniziano a pensare di uscire dalle società interessate al biogas vendendo le proprie quote. Arata prova a prendere in mano la situazione, convinto di poterla spuntare con le autorizzazioni. Era l’aprile del 2018, dodici mesi dopo il suo nome sarebbe finito su tutte le cronache nazionali accanto a quello dell’ex sottosegretario leghista Armando Siri, per cui indaga la Procura di Roma.

Pamela Giacomarro

  • LO SPETTACOLO DELL’ALBA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE - INVENZIONI A TRE VOCI

Altre notizie