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Le crepe nella chiesa di Marettimo, ecco il progetto di restauro

di Mario Torrente

La chiesa di Marettimo sarà restaurata. Per presentare i lavori nell’isola è arrivato il vescovo di Trapani, monsignor Pietro Maria Fragnelli, che ieri sera è intervenuto nel corso della serata tenuta allo scalo nuovo.  Nella più lontana delle Egadi anche padre Piero Messana, responsabile beni culturali della Diocesi di Trapani che in questi mesi ha seguito l’iter per il recupero dell’edificio sacro. L’intervento è stato illustrato nel dettaglio dall’architetto Mauro Calamia che assieme all’ingegnere Francesco Coppola ha predisposto il progetto di restauro. Da mesi nel prospetto della chiesa di Maria Santissima delle Grazie è ben visibile una grossa crepa che attraversa l’intera facciata, dalla nicchia dove si trova la madonnina fino al portone. Altre vistose spaccature si notano da dentro l’edificio. Una situazione che preoccupa non poco i fedeli, che da mesi attendono i lavori di messa in sicurezza. Intervento che, come annunciato ieri sera, partirà a novembre. Quindi tra poco più di due mesi. I lavori, salvo contrattempi, dovrebbero concludersi entro la prossima estate. Ma, trattandosi di un’isola, c’è sempre da fare i conti con l’incognita del maltempo durante i mesi invernali con le conseguenti ripercussioni sui collegamenti. È previsto il consolidamento strutturale, intervenendo sulle crepe attraverso un sistema che permetterà di rinsaldare le pareti “incatenandole”. In modo da evitare ulteriori movimenti. Il che permetterà di mettere in sicurezza il tutto. Dopodiché sarà rifatto il tetto della chiesa. In fase di progettazione, come spiegato da padre Messana e dall’architetto Mauro Calamia, è infatti emerso l’eccessivo peso del tetto sui muri portanti, con i suoi oltre quaranta centimetri di spessore. Da qui la decisione di realizzare una nuova copertura, più leggera ed adeguata alla struttura, antica di ben 132 anni. L’investimento previsto ammonta a 240 mila euro. Il settanta per cento dei fondi per il restauro della chiesa di Maria Santissima delle Grazie arriverà grazie al contributo 8xmille alla Chiesa Cattolica. La Diocesi di Trapani interverrà coprendo il venti per cento della spesa mentre il restante dieci per cento sarà a carico della parrocchia di Marettimo.  Servono dunque 24 mila euro, che la comunità di fedeli della più lontana delle Egadi conta di recuperare attraverso una raccolta fondi lanciata in questi giorni attraverso dei manifesti appesi in questi giorni in diversi angoli del paese. Oltre che con il passaparola e l’immancabile catena di comunicazioni sui social network in modo da raggiungere tutti i marettimari sparsi del mondo. Ma che con il cuore restano legati alla loro isola.

Il vescovo Fragnelli durante il suo intervento di ieri sera nel palco dello scalo nuovo

LA STORIA DELLA CHIESA DI MARIA SANTISSIMA DELLE GRAZIE

La chiesa di Maria Santissima delle Grazie venne ultimata e aperta al culto il 7 dicembre del 1887. Prima della sua costruzione le funzioni religiose si tenevano all’interno del Castello di Punta Troia in una cappella dedicata a Maria Santissima delle Grazie. Successivamente, quando nell’ottocento iniziò a prendere forma l’attuale centro abitato, un magazzino fu destinato a luogo di culto: venne intitolato alla Madonna di Custonaci dai sacerdoti ericini mandati a Marettimo dalla Diocesi di Trapani. In quegli anni a Marettimo arrivò anche un quadro, raffigurante la Madonna di Custonaci, patrona dell’Agroericino. Come riportato della guida realizzata dall’associazione culturale Marettimo e curata da Vito Vaccaro, la copia dell’effige, realizzata nel 1851 dall’artista ericino Pietro Croce, arrivò nell’isola il 17 luglio del 1852 trasportata a spalla in una vara “da dieci preti ericini, due canonici e due religiosi agostiniani di Trapani”. La devozione per la Maria Santissima di Custonaci si radica nell’isola grazie al sacerdote Giuseppe Criscenti, cappellano dell’isola originario di Monte San Giuliano (allora si chiamava così, solo durante il Fascismo riprese il suo originario nome di Erice) e di suo fratello Francesco, anch’egli sacerdote e canonico della Cattedrale di Trapani. Anni dopo, con l’arrivo a Marettimo di padre Antonino Mulè da Burgio, iniziarono i lavori per costruire una vera e propria chiesa nell’area del preesistente magazzino. I lavori, che furono finanziati anche dalle offerte dei pescatori, si conclusero nel 1887, anno della consacrazione della chiesa di Maria Santissima delle Grazie.

L’altare centrale della chiesa di Maria Santissima della Grazie con al centro il quadro della Madonna di Custonaci e lateralmente le statue di San Giuseppe e San Francesco di Paola.

DA ERICE E MARETTIMO NEL NOME DI MARIA SANTISSIMA

C’è dunque uno stretto legame tra la più lontana delle Egadi ed il borgo medievale della vetta. Un “ponte” religioso che si regge sulla devozione per la Madonna di Custonaci, la cui immagine, forse una tra le più belle copie del quadro che secondo la leggenda arrivò dal mare a bordo di un veliero scampato miracolosamente da una terribile tempesta, fu portati dai sacerdoti ericini mandati a Marettimo dalla diocesi di Trapani quando nella più lontana delle Egadi, nella piana di punta San Simone, cominciò a prendere forma il piccolo villaggio di pescatori. Ed i preti di monte San Giuliano oltre al quadro della Vergine, patrona dell’Agroericino, a quanto sembra portarono anche altre icone religiose, come la statua di San Francesco di Paola, da queste parti chiamato semplicemente Santu Patre, protettore di chi va per mare. E l’immagine, presente nell’altare centrale della chiesa affianco al quadro di Maria Santissima e dirimpetto alla statua di San Giuseppe, patrono dell’isola,  assomiglia tantissimo a quella custodita nella piccola chiesa di San Francesco di Paola, nei pressi di porta Carmine: le due statue sono davvero simili, dalle dimensioni all’espressione del viso, probabilmente realizzate dallo stesso artista ad Erice. Cambiano piccoli dettagli, come il mantello e la posizione delle mani: il Santu Patre di Marettimo tiene in mano un pesce, in quello di Erice regge invece il bastone, con l’altra mano rivolta in una statua in direzione della barba, nell’altra verso il petto. Ma i sacerdoti ericini, oltre a diffondere il culto della Madonna di Custonaci, diedero il la per la costruzione della chiesa di Maria Santissima delle Grazie, che sorse nell’area dove prima c’era un magazzino utilizzato per anni come luogo di culto. Ed in un certo senso in questi giorni si sta ripetendo la storia, visto che l’iter per il progetto di restauro dell’edificio sacro è seguito da don Piero Messana, responsabile dei beni culturali della Diocesi di Trapani ma anche parroco di Erice. Insomma, dopo tanti anni da borgo della vetta è arrivato un sacerdote chiamato ad occuparsi della chiesa marettimara. Il che rinsalda ancora di più il ponte religioso tra questi due luoghi caratterizzanti da una grande bellezza ed dal profondo radicamento nelle rispettive comunità di un forte senso di appartenenza e di orgoglio per le proprie origini. Valori tramandati da padre in figlio che resistono ancora oggi. Da quasi 170 anni accomunati dalla devozione, oltre che per San Giuseppe e Santu Patre, anche per la Madonna di Custonaci, il cui quadro arrivato nell’isola nel 1852 venne posizionato nel 1887, una volta ultimati i lavori, nell’altare centrale della chiesa, voluta con forza dai marettimari che contribuirono con le loro offerte alla sua costruzione. La storia si ripete, oltre per il sacerdote arrivato da Erice anche per il ruolo che avranno residenti, villeggianti e tutti coloro che amano quest’isola da ogni parte del mondo, visto che tutti sono chiamati a sostenere, in parte, i lavori di restauro della chiesa attraverso delle donazioni.

COME DARE IL PROPRIO CONTRIBUTO PER LA RACCOLTA FONDI

Tutte le indicazioni per aderire alla raccolta fondi che punta al restauro della chiesa di Maria Santissima delle Grazie sono contenute nel manifesto “Aiutaci” predisposto dalla Diocesi di Trapani e dove, come persone a cui rivolgersi per donare delle somme, sono indicati, oltre il parroco, a Vania Girani, ad Anna Pompeo o a Vito Vaccaro. Servono dunque 24 mila euro per arrivare all’importo previsto per finanziare il recupero dell’edificio sacro che si affaccia sulla piazza del paese. Ed ogni offerta, anche la più piccola, sarà fondamentale per raggiungere questo obiettivo. È possibile anche dare il proprio contributo attraverso un bonifico in favore di “Parrocchia Maria SS. delle Grazie – via Chiesa 2 – Marettimo (Favignana) coordinate bancarie: IT68L0306981860100000000653”.

ASCOLTA L’INTERVENTO DEL VESCOVO FRAGNELLI DURANTE LA PRESENTAZIONE DEL PROGETTO TENUTA IERI SERA A MARETTIMO, NEL PIAZZALE DELLO SCALO NUOVO

  • LO SPETTACOLO DELL’ALBA AL PARCO ARCHEOLOGICO DI SELINUNTE - INVENZIONI A TRE VOCI

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