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Castelvetrano, sequestrato il resort “Oasi”

Il complesso alberghiero da tempo era al centro di un giro di truffe milionarie ai danni della Regione e dell’Unione Europea

Da anni era finito al centro di un giro di truffe milionarie ai danni della Regione e dell’Unione Europea. Il lussuoso resort Oasi di castelvetrano è stato sequestrato dalla Guardia di Finanza in esecuzione di un decreto emesso dal Tribunale di Trapani su proposta della Procura della Repubblica di Marsala riguardante due società del settore turistico-alberghiero e nove persone. Le indagini sono state avviate nel 2018 ed hanno riguardato i componenti di due nuclei familiari, già denunciati diversi anni prima. I primi colpiti dal sequestro due coniugi, da anni titolari di un importante complesso alberghiero attualmente gestito per mezzo della società G.S.T. – Gestione Servizi Turistici Srl dopo che, nell’anno 2014, la Oasi Società Cooperativa in liquidazione, soggetto giuridico proprietario dell’imponente resort, ha dichiarato lo stato di insolvenza. I due – scondo gli investigatori – dal 2007 al 2009, si sono resi responsabili di reati di truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ed emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, con riguardo ai lavori di ampliamento e ristrutturazione della struttura alberghiera e alla contestuale distrazione dei fondi pubblici, pari ad oltre 6 milioni di euro, ricevuti dall’Unione Europea e da altri Enti Finanziatori. L’altro nucleo familiare è stato invece segnalato all’Autorità giudiziaria nell’ambito di più procedimenti penali per aver organizzato insidiose truffe a danno dell’INPS.Il collaudato e pluriennale schema truffaldino vedeva impegnati, da un lato i due coniugi che, utilizzando società “cartiere”, provvedevano sistematicamente ad evadere le imposte e a sviare i finanziamenti pubblici a fondo perduto destinati alla riqualificazione della struttura alberghiera. Dall’altro vi erano invece gli altri indagati che, utilizzando le stesse cartiere ed anche altri soggetti giuridici (7 in tutto), si preoccupavano di organizzare, dietro compenso, plurime truffe per il conseguimento indebito delle indennità di disoccupazione, erogate in favore di oltre 900 finti lavoratori, residenti nella Valle del Belice ed anch’essi denunciati per truffa.

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