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venerdì, Maggio 3, 2024
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Mafia, resta in carcere Andrea Bonafede

Resta in carcere Andrea Bonafede, cugino e omonimo del geometra che ha prestato la propria identità al boss Matteo Messina Denaro, condannato a 6 anni e 8 mesi con l’accusa di favoreggiamento aggravato. La Procura gli aveva contestato l’associazione mafiosa: la derubricazione del reato in favoreggiamento era alla base dell’istanza di sostituzione del carcere con i domiciliari avanzata dall’imputato. Ma il giudice per le indagini preliminari di Palermo ha respinto la richiesta. Nelle scorse settimane la Procura aveva presentato appello contro la sentenza di condanna di Bonafede, depositando una serie di nuovi elementi che dimostrerebbero il ruolo di associato mafioso, e non solo di favoreggiatore. Secondo la tesi accusatoria Bonafede avrebbe assicurato assistenza e aiuto costanti al boss in diverse fasi della latitanza. Oltre a fare la spola con lo studio del medico del padrino per consegnare e prendere esami e ricette nel periodo in cui Messina Denaro era ammalato di cancro, l’avrebbe accompagnato a farsi dei tatuaggi e a pranzare al ristorante a Palermo. Sarebbe stato, inoltre, Bonafede ad acquistare il cellulare riservato che il capomafia usò durante il suo ricovero per l’intervento chirurgico subito nel 2020 all’ospedale di Mazara del Vallo.

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