L’ex deputato regionale è stato trasferito dal Pagliarelli alle carceri di Santa Maria Capua Vetere
Sempre più dura la vicenda giudiziaria dell’on. Paolo Ruggirello. Adesso, l’ex deputato regionale è stato trasferito nel carcere campano di Santa Maria Capua Vetere dal Pagliarelli di Palermo dove era stato portato dopo esser tratto in arresto nell’operazione “Scrigno”. Un provvedimento emesso da parte del DAP, Dipartimento Amministrazione Penitenziaria, che gestisce in maniera autonoma i detenuti sul territorio italiano. Di certo, un inasprimento imprevisto, anche alla luce dei mesi trascorsi e della incensuratezza dell’indagato. Ruggirello, in questi mesi, ha ricevuto il pronunciamento negativo del Riesame così come della Cassazione per almeno mitigare l’ordinanza cautelare ai domiciliari ma è altrettanto vero che già i giudici palermitani avevano derubricato a “concorso esterno” il quadro accusatorio. Insomma, nulla che potesse far immaginare il trasferimento in provincia di Caserta, avvenuto ai primi di agosto, che indurisce in maniera non indifferente, per ovvi motivi, la carcerazione preventiva dell’ex parlamentare regionale. Va da sé che il trasferimento aumenta notevolmente le difficoltà nelle possibilità di confronto con i legali, gli avvocati Vito Galluffo del foro di Trapani ed Enrico Sanseverino di Palermo, oltre che per gli incontri con i familiari. Il provvedimento è arrivato, comunque, per quasi tutti i soggetti coinvolti nell’operazione dello scorso marzo, fra quelli restati in ordinanza restrittiva, trasferiti dal Pagliarelli in varie carceri italiane, Salerno ed in altre città. Ad ogni modo, l’avviso delle conclusione indagini è alle porte. A settembre, la Distrettuale Antimafia dovrebbe notificarla agli indagati. Da lì le scelte degli indagati che opteranno per i vari riti difensivi. Per Ruggirello, la linea è quella di dimostrare la propria innocenza in dibattimento.