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CONVERSAZIONI D’AUTORE ALLE DIONISIACHE: OGGI ALLE 21.30 ALBERTO STABILE PARLA DI MEDIO ORIENTE IN FIAMME

Per “conversazioni d’autore” sabato 24, alle 21.30, sulla collina del tempio, il giornalista e per anni corrispondente de la Repubblica Alberto Stabile, dialoga con la giornalista Jana Cardinale su “Medio Oriente in fiamme: dallo Yemen al Golfo persico, dalla Libia all’Iran con 12 milioni di persone in fuga dai conflitti. IntroduceRossella Giglio, direttore del Parco archeologico di Segesta. L’iniziativa di inserisce nel programma del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019.

“MUSIC FROM MYTHS” SABATO 24 AGOSTO ALLE 22.30 SULLA COLLINA DEL TEMPIO

Sempre nel programma del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019 arriva “Music from Myths” sabato 24 agosto, alle 22.30, sulla collina del tempio, composizione e produttore Salvo Ferrara. Con Salvo Ferrara, piano-synths, Fabio Ferrara, 1° violino, Pippo Di Chiara         2° violino e tastiere, Gaspare D’Amato, viola, Andrea Rigano, violoncello, Agostino Cirrito, sax, akay ewi, e Cristiano Nasta, live set-up programming e sound. Ingresso libero. Il concept è incentrato sul tema del rapporto fra suoni e mitologia, fra percezione uditiva e suggestione visiva. La composizione estende il concetto di classicità avvalendosi di un approccio creativo aperto alle moderne tecnologie di audio produzione. Il suono che ne scaturisce rappresenta il segno peculiare della “laicizzazione” dell’ispirazione classica dell’autore: se l’impronta, nella sua cellula compositiva, è chiaramente orchestrale, in effetti il suo sviluppo viene sostenuto da inconsuete soluzioni timbriche e ritmiche nelle quali arpeggiatori di stampo ambient si sovrappongono a freseggi dettati dagli archi, pads dal sapore “cinematic” fanno da sfondo a larghe melodie cantate dall’ewi (electronic wind instrument), matrici pianistiche, minimaliste si animano grazie all’apporto di drum machines.

ULTIMA NOTTE BIANCA CON PIETRO ADRAGNA IN CONCERTO ALLE 00.30

Ultima notte bianca tra sabato 24 e domenica 25 del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019, con Pietro Adragna, 31 anni, di Erice, fisarmonicista italiano, concertista di livello internazionale, proclamato campione del mondo di fisarmonica nel 2009 e nel 2011, che ha cominciato a studiare la fisarmonica, nella sua città, a soli 6 anni, con il maestro Salvatore Graziano. Negli anni successivi ha approfondito gli studi con il maestro Roberto Fuccelli e si è perfezionato in Francia con Frederic Deschamps, dedicandosi anche al pianoforte, alla composizione e alla direzione d’orchestra. Ha frequentato il Conservatorio Luigi Cherubini di Firenze, dove ha conseguito il diploma in fisarmonica sotto la guida del maestro Ivano Battiston e in pianoforte con il maestro Yang Su Cin. Studia ed approfondisce gli studi di direzione d’orchestra con il maestro Alessandro Pinzauti, suo punto di riferimento, diplomandosi in seguito al Conservatorio Vincenzo Bellini di Palermo sotto la guida del maestro Carmelo Caruso. Il suo lavoro è caratterizzato dalle trascrizioni per fisarmonica di arie d’opera nate per grande orchestra. Nel 2009, ha vinto il Trofeo Mondiale di fisarmonica, tenutosi ad Albufeira, Portogallo. Alla Coppa Mondiale del 2011, svoltasi in Cina, ha vinto nella categoria “Virtuoso Entertainment Music” e nella categoria “Digital Accordion”. Quello stesso anno ha vinto anche il 5° Festival Internazionale della Fisarmonica Digitale a Roma. Negli anni ha suonato in quasi tutto il Mondo: Europa, Nord America e Asia. Ha calcato palchi prestigiosi come il Teatro Massimo di Palermo, Teatro greco di Taormina, Teatro del Mediterraneo di Napoli. Vanta, inoltre, collaborazioni in RAI. Dal 2016 è il direttore artistico del World Accordion Festival in Sicilia, e da ottobre 2017, direttore stabile dell’Orchestra Sinfonica Giovanile “Vito Fazio Allmayer” di Alcamo. 

IAIA FORTE E’ PENELOPE NELL’ULTIMA ALBA A SEGESTA DOMENICA 25 ALLE 5

Ultima alba per la programmazione di questa stagione del Calatafimi Segesta festival Dionisiache 2019, a Segesta, con Iaia Forte che è “Penelepe” con la regia di Giuseppe Argirò. Liberamente ispirato all’Odissea di Omero, lo spettacolo di portata affabulatoria che si radica nell’impegno civile, è un viaggio ironico e struggente attraverso i luoghi visitati da Ulisse e raccontati dalla voce femminile di Penelope, Iaia Forte, che con abile trasformismo vocale, veste i panni dei personaggi coinvolgendo gli spettatori nel gioco teatrale delle diverse metamorfosi. Gli eroi omerici, attraverso la riscrittura e la regia di Giuseppe Argirò, diventano grotteschi, brillanti; privati della loro antichità rinascono moderni e profondamente umani in un’interpretazione che si avvale di un repertorio musicale, particolarmente accattivante e sofisticato, con i brani di Debussy, Chopin, Skrjabin, Tiersen, Nyman, Schumann, Piazzolla. “Lo spettacolo è affidato esclusivamente alla forza interpretativa dell’attrice e alla carica espressiva della musica, frutto di un’operazione drammaturgica che considera una voce esclusiva per le molteplici sfaccettature. Penelope, nel suo viaggio affabulatorio attraverso la drammaturgia che propone un’unica voce a ripercorrere le peripezie di Ulisse e tutti i personaggi da lui incontrati, diventerà, di volta in volta, il Ciclope, la Maga Circe, le Sirene incantatrici. Alla voce recitante fa da contrappunto una partitura musicale estremamente accattivante dal fascino contemporaneo; un pianista in mezzo all’oceano interpreta musicalmente il viaggio di Odisseo e l’attesa di Penelope, come se si trovasse in un luogo senza tempo” …“Odissea Penelope, che racchiude nel titolo la sua necessità d’essere anticipando il punto di vista tutto al femminile dell’attesa esprimendo la rivendicazione del dolore, dell’abbandono e della solitudine, reclama il diritto della donna ad esistere, a chiamarsi con un nome proprio, affermando un’identità che non può essere decisa a priori da nessun sistema culturale. Nella memoria si consuma la violenza. Rimane il dolore muto e silenzioso che nega qualsiasi forma di rimozione ritrovando, nella parola e nel teatro, l’unica forma di rappresentazione possibile”.

COLLINA DEL TEMPIO 25 AGOSTO ORE 21.30 “L’OSSO CHE CANTA IN SICILIA”

Sempre nell’ambito del Calatafimi Segesta festival Dioniasiache 2019, domenica 25 agosto, ore 21.30, “L’osso che canta in Sicilia”, una fiaba di magia tra oralità e scrittura. Conferenzaspettacolo ideata da Sergio Bonanzinga (Università degli Studi di Palermo), con la partecipazione di Francesca Chimento, Barbara Crescimanno e Michele Piccione. Introduce Rossella Giglio, direttore del Parco archeologico di Segesta.Con il titolo convenzionale “L’osso che canta” si usa indicare una fiaba di magia diffusa in tutta l’area europea. Nelle Isole Britanniche la medesima narrazione è diffusa anche sotto forma di ballata. L’intreccio si può così sintetizzare: 1) un giovane (o una giovane) uccide il fratello (o sorella) e lo seppellisce (o getta il cadavere in uno specchio d’acqua); 2) dalle ossa dell’ucciso, o da una pianta cresciuta sul luogo della sepoltura (o dell’annegamento), un passante (pastore, menestrello, giullare, mendicante, contadino) ricava uno strumento musicale (flauto o piffero, zampogna o cornamusa, arpa, violino) oppure una sua parte (a esempio il bocchino di un corno secondo la variante presente nella celebre raccolta dei fratelli Grimm); 3) nello strumento s’incarna l’anima del defunto che attraverso il suono-canto accusa il responsabile dell’omicidio. Anche in Sicilia la fiaba è presente, e in tutte le varianti attestate nella letteratura demologica sono incluse delle parti cantate, anche se la melodia utilizzata nel canto viene rilevata all’inizio del Novecento esclusivamente dal musicista-etnografo Alberto Favara. Nel corso della conferenza-spettacolo verranno letti e drammatizzati i testi del cuntu attestati nella letteratura folklorica ed etnomusicologica (Gonzembach, Pitrè, Grisanti e Favara) e mostrati i filmati di alcuni fra più significativi esempi rilevati nella tradizione orale contemporanea.

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