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I reclusi del “Pietro Cerulli” donano soldi per la terapia intensiva di Trapani

Raccolti poco meno di 1500 euro. Saranno consegnati al direttore generale dell’ASP

di Fabio Pace

I detenuti della casa circondariale “Pietro Cerulli” di Trapani hanno raccolto una somma da donare in beneficenza per l’acquisto di materiale sanitario da destinare al reparto di terapia intensiva dell’ospedale Sant’Antonio Abate di Trapani. I reclusi sono riusciti a raccogliere quasi 1500 euro. La somma sarà consegnata nei prossimi giorni dal comandante della Polizia Penitenziaria, Giuseppe Romano, al direttore generale dell’ASP, Fabio Damiani. Non appaia, quella di 1500 euro, una piccola somma: è il frutto di sacrifici personali. Per chi è recluso ogni euro è fondamentale per i piccoli acquisti consentiti: sigarette e sopravvitto, in prima battuta. Vogliamo leggere questa raccolta di denaro da destinare al reparto di terapia intensiva come un segnale, un messaggio che possa far comprendere al mondo di fuori, a noi, come la preoccupazione per il coronavirus sia vissuta allo stesso modo, e forse perfino in maniera amplificata, all’interno delle carceri. Questa preoccupazione, manifestata con i gesti eclatanti delle rivolte, non può certo giustificare gli atti di violenza, i danneggiamenti, l’atteggiamento di sfida verso la polizia penitenziaria e le forze dell’ordine in generale. Bisogna tuttavia ammettere che proprio la protesta ha acceso una attenzione generale sulle carceri italiane che è approdata fino al Parlamento dove ieri s’è svolto il question time nel corso del quale, attraverso interpellanze e interrogazioni, diversi esponenti, di maggioranza e opposizione sono arrivati a chiedere le dimissioni e la rimozione del capo del DAP, il dipartimento della amministrazione penitenziaria. Infine va sottolineato come ancora in corso sia il dibattito, tra giuristi, avvocati penalisti, magistrati e garante dei detenuti, sulla opportunità, a fronte dell’affollamento delle carceri, di ridurre la popolazione carceraria applicando misure restrittive alternative, almeno per le pene comminate per i reati meno gravi e per quelle in scadenza.

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