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Il turismo lento e le nuove “vie” dello sviluppo

di Mario Torrente

I percorsi escursionistici del Trapanese sono sempre più frequentati dai camminatori, molti dei quali provengono da altri paesi. Accade così che andando per i sentieri si incrociano persone che parlano inglese, francese e spagnolo e altre lingue. Tanti poi i gruppi che arrivano da altre località per percorrere gli itinerari che offre il territorio, come quelli delle Riserve di Monte Cofano e dello Zingaro. In questi ultimi anni l’outdoor ha registrato un forte aumento anche ad Erice, da dove passa anche il Sentiero Italia del Cai nella tappa che collega Trapani con il Monte e da qui con il litorale del golfo di Bonagia, passando per Custonaci, Makari, San Vito lo Capo, proseguendo quindi lungo la costa della Sicilia settentrionale. Il turismo lento, legato alle passeggiate nella natura alla scoperta della bellezza dei luoghi, della loro storia e delle tradizioni, è in forte crescita anche nel Trapanese e nell’Agroericino, con gli operatori che continuano a registrare un aumento di questi visitatori con zaino in spalla e scarponi ai piedi.

Tra le mete più gettonate ci sono anche le Egadi, con i meravigliosi percorsi dell’isola di Marettimo, che offre davvero molti itinerari con paesaggi mozzafiato sul blu del mare. Ma ci sono anche i monti del territorio di San Vito lo Capo e di Custonaci, a partire dallo Sparagio, ma anche Inici, Bonifato, Pispisa e Bosco Scorace. Le ferite causate dagli incendi purtroppo rischiano di compromettere seriamente la crescita di questo comparto turistico, che si è andato affermando sempre più in tutta Europa, con numeri sempre più alti e tutti in crescita. E sono diverse le località del Trapanese che hanno tutte le caratteristiche per attrarre camminatori, seguendo gli itinerari già segnati e che si possono trovare anche su internet e nelle app, come quelli del Cai, con le caratteristiche indicazioni bianche e rosse, o della Trasversale Sicula.

Ma ci sono tanti altri percorsi che potrebbero essere sviluppati, come quelli dell’antica viabilità storica, dove ancora si intravedono gli antichi selciati e basolati che portano indietro di secoli. Un carico di storia, dove si intrecciano anche miti, leggende e tanti racconti tramandati dalle comunità. Un aspetto che, assieme alla bellezza dei paesaggi, rende unico il “viaggio” a passo lento lungo i sentieri del Trapanese, dove sono presenti diverse Riserve, come quella delle Saline, e molti siti che ricadono nella Rete Natura 2000, come la montagna di Erice e tante altre zone di forte interesse ambientale. Per non parlare della località dove si potrebbe ipotizzare l’istituzione di parchi e oasi naturalistiche che oltre a tutelare habitat e biodiversità attirerebbero altri visitatori che cercano sentieri dove andare a camminare.

Ma questo turismo lento legato alle attività outdoor richiede precise strategie di promozione e valorizzazione degli itinerari, ma soprattutto la manutenzione dei sentieri e la cura dell’ambiente. Per questo c’è bisogno di precise e mirate politiche green. Avere bei percorsi ma con l’erba alta da dove si passa a stento, o peggio ancora pieni di rifiuti, non incentiva per niente lo sviluppo di questo comparto turistico che potrebbe davvero genere economia per il territorio facendo da traino ad altri settori. Ed oltre alla pulizia e manutenzione degli itinerari escursionistici bisogna anche prestare attenzione a quello dei servizi, non solo per quel che riguarda indicazioni e tabelle, ma anche alle informazioni sugli itinerari, come ovvio non solo in italiano.

I sentieri del Trapanese parlano sempre più inglese, francese, spagnolo e tante altre lingue. E davanti a questa sempre maggiore richiesta internazionale appare evidente la necessità di adeguare la comunicazione e migliorare i servizi, anche per ciò che riguarda la formazione e la preparazione di accompagnatori e guide. Ma prima di tutto c’è da assicurare la manutenzione e pulizia dei sentieri, dando la giusta attenzione al patrimonio naturalistico del territorio. Una risorsa importante che potrebbe aprire nuove “vie” per lo sviluppo. Partendo proprio da sentieri che per secoli hanno messo in collegamento luoghi e comunità.

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