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La “nuova” Giunta a Valderice che guarda alle elezioni del 2023

di Mario Torrente

Gli accordi sono accordi. E si rispettano. Nella peggiore delle ipotesi si rinegoziano. Quella che un tempo era una regola sacra della politica, a Valderice, una piazza dove i partiti fino a poco tempo addietro avevano ruolo e seguito, sembra proprio non valere più. È andata a farsi benedire nel rimpasto di giunta maturato in 24 ore dall’azzeramento disposto dal sindaco Francesco Stabile. Azzeramento si fa per dire perché alla fine dei cinque assessori in carica, tre sono stati confermati, ovvero il vicesindaco Giuseppe Martinico, che da riferimento ai “Popolari per Valderice”, Maria Iovino e Giuseppe Cardella, quest’ultimo vicino al movimento politico del presidente Musumeci “Diventerà Bellissima”.

Sono invece stati saltati gli ormai ex assessori Giuseppe Maltese e Cristina Ferro. Quest’ultima era tra gli eletti al Consiglio comunale e all’indomani delle elezioni venne chiamata a ricoprire la carica di assessore. Gli venne chiesto di non tenere il doppio incarico, dimettendosi da consigliere con precise rassicurazioni, e garanzie, che avrebbe fatto tutto il mandato nell’esecutivo affianco al sindaco Stabile. In caso contrario, avrebbe preferito restare in Consiglio comunale e onorare così la fiducia ricevuta dai suoi elettori. Ma non è stato così. L’accordo non è stato rispettato. Martedì, all’indomani dell’azzeramento dell’esecutivo, ha appreso dai social-network di essere stata defenestrata, senza avere ricevuto alcuna comunicazione preventiva dal primo cittadino o avere avuto prima una interlocuzione. Un momento di confronto. Per capire il perchè e le “dinamiche” di questo rimpasto dove alla fine il “conto” lo hanno pagato solo lei e Giuseppe Maltese. Quest’ultimo un tecnico con anni di esperienza lavorativa allo Iacp, che quando va a Palermo sa perfettamente come muoversi tra gli uffici regionali, sapendo a chi rivolgersi tra dirigenti e funzionari. Ed il Comune di Valderice al momento ha più di un fronte aperto con la Regione, a partire da quello del porto di Bonagia che da anni attende di essere messo in sicurezza. Ma ci sono altri progetti di opere pubbliche in ballo, come la rete fognaria di Sant’Andrea e Bonagia, dove l’impianto di depurazione del Villaggio Anna Maria, dopo i lavori per il suo recupero, attende adesso di entrare in funzione. L’architetto Giuseppe Maltese, tornando un po’ indietro negli anni, fu tra i candidati a sindaco di Valderice durante una tornata elettorale quando tra i suoi competitors c’era anche Mario Sugameli, che con i “Popolari per Valderice” è tra le forze politiche che oggi sostengono Stabile.

Evidentemente all’interno della giunta valdericina ci potrebbero essere state delle frizioni tra qualche assessore. Nell’esecutivo come nella coalizione, dove convivono diverse estrazioni politiche. Per non dire che a due anni dal voto appare come quasi fisiologica la richiesta di dare maggiore slancio all’amministrazione. Come ovvio iniziando a guardare all’appuntamento elettorale del 2023. Naturalmente il rimpasto ha finito col rivitalizzare il quadro politico valdericino, anche perchè non sono mancate le critiche, come quelle partite dal giornalista ed opinionista Gianfranco Criscenti, che è stato il primo a prendere posizione, schierandosi apertamente a difesa di Cristina Ferro e Giuseppe Maltese. Diverse le prese di posizione dalla politica, come quella dei socialisti, che alle elezioni del giugno del 2018 sostennero Stabile. E Cristina Ferro era proprio in quota ai socialisti, che adesso hanno contestato il rimpasto. Il che lascia presagire l’apertura in Consiglio comunale di un nuovo fronte. E potrebbero esserci anche anche ripercussioni nella maggioranza, per lo meno a leggere i comunicati diramati in queste ore. Dall’opposizione è poi partito un duro affondo politico dalla segreteria comunale del Pd con un documento politico al vetriolo contro il sindaco Stabile e la sua amministrazione. Insomma, il quadro politico valdericino sembra quasi rivitalizzato. C’è da vedere quali scenari prenderanno forma nei prossimi mesi.

Come ovvio il primo cittadino valdericino avrà avuto i suoi motivi per dare il foglio di via all’avvocato Cristina Ferro e all’architetto Giuseppe Maltese, chiamando in giunta Anna Maria Mazzara e Pietro Tosto, quest’ultimo tra i candidati non eletti alle ultime amministrative valdericine del 2018, con un passato da consigliere comunale ai tempi della sindacatura di Camillo Iovino, assieme a Mario Sugameli uno dei principali sponsor politici della candidatura di Francesco Stabile. Anna Maria Mazzara, invece, è attuale consigliere comunale. Ma a breve dovrebbe dimettersi dal consesso civico valdericino, spianando la strada all’ingresso in Consiglio comunale di Giacoma Cammarata, prima nei non eletti nella lista a sostegno di Stabile, ex assessore nella giunta guidata da Camillo Iovino. Questo avvicendamento, assieme al coinvolgimento nella squadra di governo di Pietro Tosto, potrebbe dare una possibile chiave di lettura al rimpasto di fine agosto, con una prospettiva politica che già guarda alle prossime elezioni amministrative a Valderice, in programma nel 2023. Ormai praticamente dietro l’angolo. Anche perché le nomine dei nuovi assessori sembrano non avere alcuna matrice tra le forze presenti in Consiglio comunale.

Inizialmente si era rimandato al nuovo gruppo “Elimo Ericino”. Ma non è stato così. Da questa componente non è infatti partita alcuna richiesta di assessore. Tant’è che anche il gruppo “Elimo Ericino” ha mosso delle perplessità sull’azzeramento dell’esecutivo, confermando la sua fiducia al sindaco e all’intera giunta. Quindi a tutti gli assessori. Compresi quelli che sono stati defenestrati. Al massimo, da parte di qualche consigliere, ci potrebbe essere stata la richiesta di dare maggiore attenzione al territorio, come nel caso di Bonagia, dove ancora ci sono molti fronti aperti, a partire dalle fognature e dal porto che resta sempre in balia delle onde e senza una diga foranea per proteggere l’approdo dalla mareggiate provenienti da Nord.

Piuttosto, dal fronte del progetto per la messa in sicurezza del porticciolo della Tonnara tutto tace ormai da mesi. A rompere il silenzio la protesta di qualche operatore della zona, che ha appeso diversi manifesti a piazza Tonnara, subito rimossi. Insomma, c’è sempre più malumore e delusione attorno al porto di Bonagia, dove da vent’anni circa si susseguono i proclami e le promesse. Senza finora essere arrivati ad alcunché. E diportisti, pescatori ed operatori della zona sono ormai stanchi di sentire chiacchiere. Vorrebbero fatti, con i massi posizionati all’ingresso del porto per garantire l’ormeggio sicuro alle oltre 200 imbarcazioni che nel periodo estivo trovano riparo (si fa per dire) nel porticciolo della Tonnara.

Anche in altre attività economiche della zona sembra serpeggiare un forte malessere, soprattutto per quel che riguarda la pulizia della zona dove ci sono i locali, tra il lungomare e lo slargo della Tonnara, un punto sempre più gettonato dai turisti, praticamente dalla mattina alla sera quando ai piedi della Torre “esplode” la movida. Ma il gran numero di persone che si danno appuntamento a Bonagia ha fatto aumentare anche la produzione di rifiuti. Da qui la necessità di un potenziamento del servizio di pulizia nel periodo estivo, rimodulando i passaggi dei mezzi per il ritiro dell’immondizia e la presenza di più addetti. Il che dovrebbe passare, se possibile e se previsto dal contratto dell’appalto, da una rinegoziazione degli accordi con la ditta che si occupa della gestione e raccolta dei rifiuti. Perché in corso d’opera le esigenze possono cambiare e spetta alla politica trovare le soluzioni per risolvere il problema. Cercando una mediazione. Funziona così. Si può sempre “provare” a rinegoziare per arrivare ad un’intesa. E poi bisogna rispettare gli accordi. Già, gli accordi…

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