Il sindaco di Trapani Giacomo Tranchida ha scritto un lettera ai cittadini trapanesi ringraziandoli per l’impegno e la resposabilità mostrata in questi giorni di emergenza per il coronavirus.
Di seguito il testo della lettera ai cittadini trapanesi.
…resiste ma non vuole arrendersi…Trapani
rinascerà, più forte!
Grazie ai trapanesi, alle donne e agli uomini sul
fronte, a tutti i benefattori.
Trapani che resiste al coronavirus è fatta di donne e
uomini che, seppur con umana paura del contagio e di ammalarsi, oggi,
privandosi della propria libertà ed abitudini, con alto senso civico
garantiscono il diritto alla salute e un futuro a tutti noi.
Grazie .
Trapani che resiste è quella che si spende
rischiando:
in prima linea il personale medico e paramedico negli ospedali;
in strada le Forze dell’Ordine,
i Vigili Urbani, i Vigili del Fuoco e
l’Esercito per garantire continua vigilanza ed assistenza, così come la
Polizia Penitenziaria nelle carceri.
Grazie a queste donne e uomini dalla diversa divisa
che lavorano incessantemente a tutela della nostra salute e libertà.
Trapani che resiste è quella delle Parrocchie, della
Caritas, dei gruppi di Famiglie, dei Volontari tutti dalla Croce Rossa Italiana
alla Protezione Civile, alle Associazioni giovanili e non. Anche costoro sono
in campo rischiando in prima persona nel dare una mano a chi ne ha bisogno.
Grazie a questi missionari di fede, di generosità e
di bontà d’animo.
Trapani che resiste anche grazie ai tanti benefattori
individuali o in gruppo, ai piccoli artigiani e alle grandi ditte che, con
donazioni e sottoscrizioni, tanto in prodotti, merci, attrezzature o denaro,
stanno sostenendo l’Asp e la macchina comunale nel far fronte all’emergenza dei
nuovi poveri… tantissimi, troppi purtroppo,non garantiti da previdenze socio
assistenziali e resi ancora più vulnerabili per l’impossibilità di sbarcare
lunario e arrivare a fine mese con lavori saltuari.
Grazie.
Trapani che resiste è quella degli operatori
ecologici, dei lavoratori impegnati nei servizi pubblici di mobilità così come
di quelli addetti ai servizi essenziali, ivi compresi gli impiegati comunali e
delle pubbliche amministrazioni, in o senza smart working, coralmente uniti nel
non far fermare la Città e continuare a rendere un servizio alla comunità.
Grazie.
Trapani che resiste è quella che ringrazia e si
stringe attorno alle donne e agli uomini- spesso e a malapena dotati di
mascherina di fortuna- dei servizi della filiera alimentare dai supermercati ai
panifici agli ortofrutta, delle farmacie e delle attività che erogano i servizi
primari ed essenziali per garantirci la fornitura dei beni di prima necessità e
sopravvivenza. Grazie a ciascuno di loro.
Trapani che resiste dalle campagne al porto, dai
quartieri alle frazioni, al centro storico, è quella delle famiglie e dei loro
bambini,sostenuti a distanza dagli insegnanti; è quella degli anziani e
disabili,sostenuti dagli operatori socio-sanitari e volontari.
Grazie.
Trapani che resiste non accompagnerà la processione dei Misteri nella
Settimana Santa ma si stringerà ugualmente nell’intima resurrezione spirituale.
Trapani che resiste unita e
commossa nell’ascolto di una tromba che da un balcone ha diffuso le note
dell’inno nazionale e vuole che nelle nostre città, nel paese, nel mondo, cessi
questa ennesima guerra che ha fatto già tantissime vittime.
Trapani che resiste è quella di chi oggi a casa
piange, si dispera e prega in memoria di un congiunto che non può andare a
trovare con un fiore al cimitero, al momento chiuso per tutela sanitaria; o di
chi, rimasto bloccato dal fermo nazionale fuori dalla nostra terra, ha potuto
vedere e salutare per l’ultima volta il caro defunto solo tramite un freddo
collegamento telefonico.
Trapani che resiste è quella dei tanti genitori che, in ansia per i figli fuori sede rimasti al nord o in un paese straniero, trascorrono intere giornate al telefono per sentirli vicini e rassicurarsi sul loro stato di salute.
Trapani che resiste è quella dei tanti nuovi
disoccupati che hanno perso il lavoro, tanto qui quanto nelle fabbriche al nord
o all’estero, e che non hanno avuto la possibilità di tornare;ed è quella dei
tanti che oggi,rientrati e isolati in quarantena precauzionale, almeno sono
vicini alle loro famiglie.
Trapani che resiste è quella che continua a stringere
la cinghia; è quella che ha subito la crisi economica di questi ultimi anni
determinata anche dal tracollo dell’aeroporto di Birgi: migliaia di piccole
imprese del comparto turistico, ricettivo e dei servizi annessi e
complementari, come della filiera agroalimentare e del pescato, del commercio,
artigianato e industria.
Trapani che resiste, come le Città viciniori e non
solo, è fatta di tantissime storie,tutte diversamente uguali, che nel dolore
condiviso ci ricordano il valore di una Comunità che non deve perdere la
speranza ma ricominciare a pensare e reagire.
Trapani che resiste e che non vuole arrendersi …
oggi, anche se con le saracinesche abbassate vuole comunque tornare a
riaprirle, a scommettersi e a non mollare.
Trapani rinascerà più matura e consapevole sulle
macerie, sui sacrifici e privazioni di queste settimane terribili e,
dunque più forte, responsabile e
solidale.
Trapani tornerà a vivere con l’energia e la forza di una Comunità che
saprà rimettersi in cammino,che saprà ancora una volta risalire la china e
guardare il volo di un gabbiano con voglia e speranza di futuro.
Tutti insieme non possiamo, non vogliamo né dobbiamo
mollare.
Non abbasseremo la guardia e per tutto il tempo necessario.
Dobbiamo farcela.
Grazie ancora ai trapanesi, alle donne e agli uomini sul fronte, a tutti i benefattori
Trapani tornerà a sorridere
Giacomo Tranchida