Alla scoperta dei segreti delle grotte del nono chilometro

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Tra Bonagia e Pizzolungo, proprio sotto l’asfalto delle trafficatissime curve del nono chilometro, lungo la strada che collega Trapani con San Vito lo Capo, ci sono delle grotte autenticamente tutte da scoprire. Non sono molto conosciute nonostante la loro grande bellezza. Queste “perle”, che rappresentano qualcosa di unico in tutto il litorale, si possono raggiungere facilmente a nuoto. Oppure in canoa, partendo dal porticciolo di Bonagia o da una delle calette di Pizzolungo.  Col mare calmo, pagaiando pagaiando, si arriva a destinazione in meno di quindici minuti, costeggiando un tratto di costa di costa ricco di storia e leggenda. Del resto siamo alle pendici di monte Erice, la montagna  che fu della dea Venere. E sono tante le leggende che aleggiano un questo tratto di costa. Alcune ci riportano a quanto raccontato da Virgilio nell’Eneide. Altre alla vita nel borgo marinaro ai tempi della Tonnara. O alle incursioni dei pirati “saraceni”. Storie che sono impresse nelle possenti mura della torre che domina il porticciolo e che ci riporta a ben cinque secoli addietro, mentre dalle parti di contrada Emiliana, dentro la grotta di Polifemo, gli antichissimi pittogrammi portano le lancette del tempo indietro di qualcosa come cinque mila anni fa. Quando gli uomini della preistoria dipingevano le pareti delle caverne. Ed a Bonagia i nostri antenati, oltre a pinne di tonno (che ormai non si intravedono più) hanno disegnato un  labirinto a sei volte (che forse indicava il ciclo delle stagioni, ovvero i sei mesi che separano un solstizio dall’altro) ed una figura antropomorfa. Poco sotto la capsula del tempo della grotta di Polifemo si trovano altre cavità nella roccia, ma questa volta all’altezza del mare.  

Quasi nascoste tra gli scogli ci sono infatti diverse grotte. La più grande ha tre ingressi, quattro se si considera anche quello via terra: i primi due si trovano proprio sotto l’asfalto ed il guard rail delle curve del nono chilometro, rivolte ad ovest. Entrando da un accesso si può facilmente uscire dall’altro, facendo un semplice giro. Oltre che a nuoto anche in canoa: in questo caso bisogna entrando con la poppa in un cavità per poi rivolgere la prua nell’altra stanza in uno stretto passaggio tra gli scogli. Ed uno di questi scogli sembra quasi suggerire in nome da dare alla grotta. Un po’ come avviene nelle isole, come a Marettimo, dove i pescatori hanno visto tra gli scogli e nelle pareti della più lontana delle Egadi praticamente di tutto, dalla rappresentazione della natività di Gesù fino a cammelli e visi di uomini, la rinomata “facciazza”. Ma anche la mitra del papa e altro ancora. Qui, nelle grotte di Bonagia, uno scoglio, che affiora in base alla marea ed alla risacca, sembra tanto ricordare il dorso di un coccodrillo. Insomma, si potrebbe battezzare la grotta de coccodrillo. Ance se la fantasia può suggerire tante altre forme. Andando sott’acqua gli spuntoni di uno scoglio sembrano quasi un dinosauro o gigantesco rettile addormentato sul fondale. C’è è poi roccia della seconda camera, lisca e levigata dalle mareggiate quasi fosse una statua pregiata, che tanto ricorda il volto di un uomo, dove si distinguono chiaramente il naso, con gli occhi ed i capelli.

Dalla prima “stanza” è poi possibile addentrarsi in un corridoio, ma solo a nuoto, che permettere uscire nel piccolo golfetto di contrada Emiliana, con al centro il sul scoglio a forma di fungo. Questo cunicolo è illuminato, oltre che dai due ingressi, anche dall’alto, dal quarto accesso, quello via terra. Decisamente rilassante fermarsi per qualche  minuto all’interno di questa grotta, che grazie ai suoi numerosi ingressi è molto ventilata. Il che risparmia il visitatore dalla presenza di zanzare ed altri insetti che spesso si possono trovare nelle gotte marine. La frescura, soprattutto nelle torride giornate d’estate, è accompagnata dal suono della risacca con le onde che, in base al vento, finiscono la loro corsa contro gli scogli. Quasi una melodia capace di rigenerare il corpo e lo spirito. Ricaricando le batterie per tornare a pagaiare alla scoperta dei tanti segreti del golfo di Bonagia.

Mario Torrente

GUARDA IL VIDEO FATTO IN CANOA DENTRO LE GROTTE

Il fondale della grotta

(foto e video Mario Torrente)