di Valeria Marrone
Con il fervente grido “Viva San Francescu ri Paula, viva“, ieri pomeriggio ha preso il via nei vicoli del centro storico di Trapani la celebrazione dedicata a San Francesco di Paola. Patrono della Marineria, la processione del Santo rappresenta un momento religioso di grande importanza e attesa, con migliaia di fedeli che seguono il simulacro lungo le strade, fino al suo ritorno.
Il culto verso San Francesco, originario di Cosenza e patrono del Regno delle due Sicilie, è particolarmente radicato nel sud dell’Italia, soprattutto tra la gente di mare, grazie al miracolo dell’attraversamento dello stretto di Messina, leggendario evento con il suo mantello.
Il simulacro trapanese, attribuito a Giacomo Tartaglio (1678-1751), scultore rinomato per la sua maestria nella lavorazione del legno, presenta una raffigurazione tradizionale di San Francesco, con la sua barba folta e il saio francescano. L’opera si distingue per la naturalezza della posa e dell’espressione, trasmettendo un senso di profonda spiritualità attraverso lo sguardo quasi estatico e la bocca dischiusa.
Nella statua traspare il rispetto rigoroso della regola francescana, con i piedi scalzi che fuoriescono dal saio, manifestando la sacralità e la santità attribuite a San Francesco di Paola. La figura di San Francesco di Paola continua ancora oggi a ispirare e a proteggere coloro che si affidano alla sua intercessione, testimoniando la forza della fede e della devozione popolare. La statua lignea del Santo eremita, fondatore dell’Ordine dei Minimi, portata in processione per le vie cittadine, è poi ritornata ad essere custodita nella chiesa dedicata allo stesso Santo, ubicata nella piazzetta omonima, salutata da festosi fuochi d’artificio a mezzanotte.
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