La mafia imprenditrice, la mafia delle estorsioni, non rinuncia ad essere la mafia della terra e della roba. Anche questo aspetto nelle carte della squadra mobile di Trapani di Fabio Pace

Dalle carte della indagine Ermes III accanto alla mafia imprenditrice e delle estorsioni, emerge anche la mafia della “robba”, la mafia ancora legata alla terra e al suo possesso. Più come espressione di prestigio, potere e concreto controllo del territorio che dell’interesse economico vero e proprio. Emblematiche, in questo senso, e documentate agli atti dell’inchiesta le pressioni estorsive esercitate su un agricoltore marsalese, per costringerlo a cedere a un uomo d’onore un appezzamento di terreno, che invece avrebbe voluto acquistare per sè. Insomma un atto di prepotenza e arroganza vecchio stampo, dietro al quale sottende la violenza estorsiva. Un altro caso è ancora più illuminante di quanto la “robba” sia importante per la moderna Coisa Nostra alla spasmodica ricerca di radici che la leghino al territorio d’originie. Attraverso le attività tecniche di intercettazione è stato scoperto il tentativo di estorsione nei confronti degli eredi del defunto boss mafioso campobellese Alfonso PASSANANTE, affinchè cedessero la proprietà di un vasto appezzamento di terreno in contrada Zangara di Castelvetrano, appartenuto al boss Salvatore Riina. Le minacce dalla cosca mafiosa di Campobello, rappresentata dal boss mafioso Vincenzo LA CASCIA Vincenzo, furono avallate anche da una lettera intimidatoria attribuita al latitante Matteo MESSINA DENARO, risalente al 2013. Certamente quel terreno avrà avuto anche un valore fondiario ed economico, ma soprattutto avrà avuto un valore simbolico immensamente più importante. Era appartenuto a Riina e a Passanante, entrarne in possesso avrebbe assunto il significato di un passaggio di testimone, un segno di potere. E chi deve capire capisce.