Smaltimento terre di dragaggio porto Trapani. Ciminnisi chiede risposta ad interrogazione

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Un articolo del “Quotidiano di Sicilia” a firma Simone Olivelli, riporta d’attualità il tema dello smaltimento delle terre escavate dai fondali del porto di Trapani in seguito alle operazioni di dragaggio. Argomenti di cui si era già occupata in una interrogazione del febbraio 2023 la deputata trapanese del Movimento 5 Stelle Cristina Ciminnisi, componente della commissione Ambiente dell’ARS.

Nell’articolo pubblicato oggi da QdS, citato dalla deputata, il cronista scrive della denuncia presentata alla Capitaneria di Porto di Trapani dall’associazione di pescatori Principesca, secondo la quale, poco al largo del Golfo di Custonaci, reti da pesca sarebbero state ritirate sporche di “materiale di colore nero”, presumibilmente residui di idrocarburi. «Le notizie oggi riportate dalla stampa non ci sorprendono e ci preoccupano molto – scrive la deputata in un comunicato –. Il Governo Regionale non si sottragga ancora: ci dica chiaramente se intende difendere il mare di Custonaci, Macari e San Vito o lasciare che le logiche di mercato e disprezzo delle norme in materia ambientale prevalgano sulla tutela del territorio».

Il commento fa riferito proprio alla interrogazione presentata lo scorso anno dalla deputata. «Purtroppo ancora senza risposta» spiega Ciminnisi, aggiungendo: «avevamo indicato che il piano di gestione dei sedimenti provenienti dal porto di Trapani non contemplava alternative concrete allo scarico in mare nell’area indicata come ‘Fondali del Golfo di Custonaci’. Avevamo esplicitamente espresso la preoccupazione che il rilascio delle terre scavate dai fondali del porto, se non coerente alle prescrizioni ambientali, avrebbe potuto determinare torbidità nelle acque antistanti San Vito Lo Capo, Macari e Cornino ed alterare irreversibilmente l’habitat marino e un’importante area di pesca».

Un allarme in questa direzione era già stato lanciato dalle marinerie di Trapani e di San Vito Lo Capo, che in quell’area catturano specie pregiate: triglie di fondo, gambero rosa, nasello.

«Mi chiedo – conclude la deputata regionale – anche alla luce delle notizie di stampa, e lo avevamo già fatto nell’interrogazione, se c’è qualcuno che nei lavori di escavazione dei fondali e di dragaggio controlli il rispetto delle prescrizioni ambientali».

Prescrizioni che sono puntualmente indicate in 26 punti dal Comitato Tecnico Scientifico regionale. Il timore della deputata trapanese e delle marinerie locali è che gli aspetti gestionali e finanziari delle grandi opere prevalgano rispetto al pari interesse generale e collettivo della tutela dell’ambiente e della biodiversità.