Le compagnie di navigazione, navi e aliscafi, con una nota inviata al presidente della Regione siciliana e, per conoscenza, ai prefetti delle province di Trapani, Palermo, Agrigento e Messina, e ai sindaci delle Isole Minori, hanno annunciato l’applicazione, a breve, di “aumenti tariffari” sulle rotte sostenute dallo Stato. Ciò non accadrà invece per le rotte sostenute dalla Regione Siciliana. Aumenti, insomma, “asimmetrici tra le linee statali e quelle regionali” “per compensare – spiegano le compagnie di navigazione – i gravi effetti del caro carburante degli ultimi mesi”, con “potenziali impatti sul livello dei servizi di collegamento con le Isole Minori, nonché occupazionali”.

Monta la protesta dei sindaci delle isole minori siciliane. “Siamo all’assurdo – commenta il sindaco di Favignana Francesco Forgione –. Siremar e Liberty Lines applicheranno l’aumento delle tariffe su tutte le tratte finanziate dallo Stato. Cosa che è per noi inaccettabile, sia perché giunge all’avvio della stagione turistica, sia perché per gli stessi servizi si avrebbe un prezzo diverso del biglietto tra tratta finanziata dalla regione e tratta finanziata dallo Stato”. Forgione chiede l’intervento del presidente Musumeci per bloccare l’iniziativa e perché agisca nei confronti del governo nazionale affinché si eviti di colpire ancora una volta le piccole isole, i cittadini e l’economia del turismo, principale risorsa delle popolazioni isolane.

Non si è fatto attendere il commento dell’assessore alle infrastrutture della Regione Siciliana, Marco Falcone, che ha affermato di non essere sorpreso dalla notizia “alla luce dell’indifferenza del Governo nazionale di fronte alle reiterate richieste di intervento per arginare le ricadute del caro carburanti sui costi delle linee ex Siremar”. I rincari peseranno sulla convenzione statale per almeno 15 milioni di euro nel 2022, un peso che mette a repentaglio la sostenibilità di un servizio che, peraltro, si regge solo grazie ai contributi pubblici. «Di fronte a tale difficile congiuntura – continua Falcone – la risposta del ministro Giovannini è stata il silenzio. Avevamo registrato lo stesso, grave, disinteresse a proposito della continuità territoriale via aereo per Pantelleria e Lampedusa. Adesso anche su navi e aliscafi per le Isole minori, il Ministero si volta dall’altra parte, ignorando le esigenze di migliaia di siciliani. Il caro carburanti, però, resta un problema per tutti. Per quanto di nostra competenza, il Governo Musumeci, ha stanziato ben 20 milioni di euro garantendo l’equilibrio finanziario dei collegamenti marittimi per gli arcipelaghi pagati dalla Regione Siciliana. Lo Stato deve fare lo stesso, e se il ministro Giovannini insisterà nel suo immobilismo – conclude l’assessore Falcone – ci rivolgeremo direttamente al presidente Mario Draghi».