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venerdì, Maggio 3, 2024
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Erice, i disagi e le richieste dei proprietari di immobili non residenti

Il grido d'allarme dell'associazione Vivere Erice: "Molti stanno rinunciando alla loro villeggiatura estiva".

di Mario Torrente

Ad Erice ci sono anche loro. Pagano le tasse al Comune e anche se non sono residenti, comunque contribuiscono a fare vivere il centro storico, dovendosi fare carico anche delle spese per le seconde abitazioni dove nei mesi estivi vorrebbero villeggiare. Il condizionale, di questi tempi, è davvero quanto mai d’obbligo, perché sono sempre più i proprietari di immobili ad Erice che non vanno più a trascorrere l’estate nelle loro case al Monte. In molti casi hanno ridotto a pochi giorni e settimane il periodo di permanenza. Altri, invece, stanno valutando di rinunciare definitivamente alle vacanze ericine. Tutto ciò mentre nella cittadina della vetta è un susseguirsi di cartelli con scritto vendesi o affittasi.

I motivi sono diversi. Ci sono più fattori e tra i disagi lamentati ci sono sicuramente quelli legati ai posteggi ed alle difficoltà per raggiungere le proprie case ad Erice durante il clou della stagione turistica, e quindi nel periodo compreso tra luglio e agosto, quando il borgo medievale è letteralmente preso d’assalto dai visitatori e trovare un posto auto, soprattutto in alcune settimane ed in precise fasce orarie, è tutt’altro che facile. In alcune serate, soprattutto, nei week-end feriali, quasi impossibile al primo tentativo. E stiamo parlando di strisce blu, gli unici a disposizione nel centro abitato del Monte, e quindi di parcheggi a pagamento, perché i proprietari di case, ma non residenti, non possono sostare negli stalli gialli riservati a chi ad Erice ci vive tutto l’anno.

Con le loro auto, i proprietari di immobili, affittuari o dimoranti che siano, possono solo accedere nella Ztl per raggiungere le loro case (per esigenze come caricare o scaricare la macchina) con una particolare autorizzazione, il pass transito, ma dal 15 luglio al 15 settembre si devono attenere agli orari previsti nell’ordinanza: dalle due di notte alle 11 del mattino nella zona rossa, così come in quella verde, dove c’è un’ulteriore finestra di due ore dalle 14 alle 17. Dopodiché non possono più entrare, nemmeno per particolari esigenze, come, ad esempio, nel caso di persone anziane che hanno problemi di movimento dovuti all’età, trovando quindi difficoltà a camminare a piedi e per di più con i dislivelli della cittadina del Monte.

Ma il problema più grande resta quello dei posteggi che non ci sono. Nonostante gli abbonamenti a pagamento fatti per la sosta nelle strisce blu, senza sconti né agevolazioni, nelle settimane con maggiore affluenza, solitamente a luglio ed agosto, trovare un posto auto, soprattutto dal tardo pomeriggio alla sera, è molto difficile. Al punto da dovere fare più giri attorno alla circonvallazione nella speranza di avere un colpo di fortuna e vedere in tempo qualche mezzo in uscita o un posto libero. Per poi fare un bel po’ di strada a piedi per arrivare a casa, magari carichi di ceste della spesa, borse o quant’altro.

Il problema è molto sentito ed ha portato già in tante a rinunciare alla villeggiatura ericina. La questione, nei mesi scorsi, è stata tra l’altro al cento di una riunione tenuta negli uffici di Rigaletta Milo tra Mariza D’Anna, Maria Scuderi, del direttivo dell’associazione “Vivere Erice”, e l’amministrazione comunale a cui ha partecipato l’assessore Rossella Cosentino. Nel corso dell’incontro è stato chiesto “di riservare, per la prossima stagione, un congruo numero di specifici posti auto per i dimoranti estivi, ancorchè non residenti sulla vetta, proprietari o affittuari di case, analogamente a quanto già accade per i residenti”, si legge in una pec inviata all’esecutivo guidato dal sindaco Daniela Toscano.

Ed in quel documento il gruppo guidato da Mariza D’Anna ha messo nero su bianco i disagi lamentati dai proprietari di case. “Siamo tutti a conoscenza delle enormi difficoltà che affrontano i proprietari di case – che vogliono trasferirsi in estate in Vetta per trascorrere le vacanze – di trovare un parcheggio nei mesi di luglio e agosto per poter usufruire delle proprie abitazioni; in particolare – si legge nella nota – gli anziani che faticano ormai a frequentare Erice e spesso sono, loro malgrado, costretti a rinunciare alla villeggiatura lasciando chiuse le case che perdono di valore e contribuiscono in inverno in particolare, a dare un aspetto. quasi “spettrale” la cittadina. Questo stato di cose si protrae ormai da diversi anni e, via via, ha scoraggiato intere famiglie a dimorare nei mesi di luglio e agosto a Erice con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti”.

Nella pec Mariza D’Anna ha chiamato in causa “l’impegno assunto di riservare, per la prossima stagione, un congruo numero di specifici posti auto”. Ma l’estate è ormai alle porte e le richieste avanzate da Vivere Erice non hanno ancora avuto alcun seguito da parte dell’esecutivo. Le uniche novità in arrivo, di cui si parla, sono i varchi con le telecamere per l’accesso alla Ztl che, secondo quanto prospettato, dovrebbero scattare già la prossima estate. Il condizionale resta d’obbligo.

Insomma, l’associazione “Vivere Erice”, sollecita apposite misure per agevolare la presenza di villeggianti nel periodo estivo e nei prossimi giorni tornerà a chiedere un incontro all’amministrazione comunale, sollecitando soluzioni per “migliorare la vivibilità e dare impulso alla cittadina in estate, non discriminando i proprietari di abitazione che pagano le tasse al Comune, spesso non potendo godere appieno dei servizi”, si legge ancora nella pec dove vengono individuati delle potenziali zone dove prevedere dei posti auto riservati: porta Trapani, via Barone Sieri, Pepoli, porta Carmine o zone limitrofe e piazzale San Giovanni.

Nel documento vengono quindi sollecitate delle “soluzioni adeguate e non più
discriminatorie, atta ad esaudire le legittime esigenze di tutti”, chiedendo anche di rivedere le tariffe per la funivia, prevedendo “uno sconto per chi è proprietario di case,
come succedeva in passato. Pare davvero incongruente che gli abitanti di Casa Santa
possono usufruire di un biglietto agevolato e i proprietari di case a Erice vetta no. Ciò, tra
l’altro, consentirebbe di incentivare l’uso della funivia e potrebbe scoraggiare l’utilizzo
dell’auto”, conclude la nota di Vivere Erice inviata nei mesi scorsi all’amministrazione comunale.

Nelle tariffe della funivia non sono infatti previste agevolazioni per i proprietari di immobili nel centro storico. I cittadini del Comune di Erice hanno una tariffa ridotta (che varia tra abitanti della vetta e quella del centro urbano e delle frazioni a valle) mentre chi ha casa nella cittadina del Monte, ma è residente in un altro territorio, per spostasi con la cabinovia paga la tariffa ordinaria, un euro e 50 centesimi in meno in una corsa semplice se residente in provincia di Trapani. Il fatto di avere casa nel centro storico non viene preso in considerazione tra le “utenze” della funivia, società partecipata per metà dal Comune di Erice, per l’altro cinquanta per cento dalla ex Provincia regionale.

Certo, per risparmiare si può sempre fare un abbonamento. Ma la questione è politica, andando oltre l’aspetto delle fasce di utenze per beneficiare o meno di uno sconto e chiamando in causa le scelte dell’amministrazione comunale in quello che, per quanto possa essere una location turistica molto rinomata e visitata, resta pur sempre un centro abitato, dove i cittadini, a prescindere dalla residenza e dal domicilio, hanno le loro case. Dove delle famiglie decidono di andare a stare durante l’estate, anche in affitto. E dove altre persone, provenienti da altre località, trascorrono brevi periodi o dei fine settimana. Anche queste dinamiche contribuiscono a creare movimenti in un centro storico dove si continua a fare i conti con i ben noti problemi legati allo spopolamento.

La priorità, semmai, alla luce del calo del numero di abitanti, dovrebbe essere quella di incentivare le persone ad andare a stare Erice, aprendo le case e facendo vivere la meravigliosa cittadina medievale. Ma il rischio, invece, di questi tempi, è di andare perdendo, estate dopo estate, anche i villeggianti, visto che da diversi anni, ormai, parecchi proprietari di case hanno rinunciato a “salire” al Monte durante i mesi estivi. Altri hanno poi ridotto il periodo di permanenza, restando per non più di due settimane, solitamente da Ferragosto ai festeggiamenti in onore della Madonna di Custonaci. Resta l’amore ed il legame con Erice, ma i disagi portano sempre più famiglie, soprattutto gli anziani, a rinunciare alla villeggiatura muntisa.

Tutto ciò mentre le case sono sempre più vuote, restando disabitare sempre per più tempo. Nel frattempo passeggiando per Erice si susseguono, porta dopo porta, i vendesi e gli affittasi. Naturalmente le questioni sul tappeto sono tante, a partire da quelle lamentate da chi ad Erice ci vive tutto l’anno, e non solo per pochi mesi, chiedendo servizi e l’attenzione che spetta ad un luogo che resta un centro abitato. Un posto, che prima di essere una rinomata destinazione turistica resta principalmente un luogo dove ci stanno delle persone, delle famiglie con i loro figli, lavoratori, anziani con le loro necessità. Ragazzi con precise esigenze. Una comunità che si andata assottigliando sempre più. Anche se sono rimasti in pochi, i munitisi continuano a fare vivere la loro Erice.

Ma ci sono pure i cittadini che, con le loro case, anche se non sono residenti, contribuiscono comunque a comporre il centro abitato del Monte, pagandone le imposte e facendosi carico dei cosi, compresi quelli di manutenzione, rivendicando i loro diritti, a partire da quello di potere raggiungere le rispettive case senza fare salti mortali o dovendo affrontare difficoltà che si potrebbero superare provando a mettere in campo delle misure per incentivare le presenze ad Erice. Non quelle “mordi e fuggi” di poche ore, ma delle permanenze prolungate nel paese, possibilmente non per pochi giorni. L’obiettivo, questo sì squisitamente politico, dovrebbe essere quello fare restare le persone al Monte, creando le condizioni per attrarne ancora altre. Partendo da piccole azioni concrete e provando a venire incontro a quei cittadini che da anni continuano a sentirsi messi in secondo piano ma che vorrebbero semplicemente vivere e far vivere le loro case, non rinunciando alla villeggiatura estiva ad Erice. Magari, alla fine, vedendosi costretti ad optare per altre località, non salendo al Monte e andando altrove. O restando in città. Pur avendo una casa, tutta loro, ad Erice. Quasi una beffa.

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GUARDA IL SERVIZIO ANDATO IN ONDA NEL TG SULL’ATTIVAZIONE DELLE TELECAMERE NELLA ZTL DI ERICE

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