Come orientarsi in montagna

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L’orientamento in montagna bussola e carta topografica è stato al centro di un seminario, con esercitazione pratica, organizzato dal Cai di Erice.

Ormai smartphone e varie app sono in grado di dare coordinate ed altezze con un buon margine di precisione. Ma alla fine è sempre meglio sapersi muovere con i metodi tradizionali, con bussola e carta topografica alla mano. Che non si spengono mai. Potendo così fare a meno della connessione ad internet, visto che in montagna può anche capitare di non avere campo. Smarcandosi così dalle dipendenza delle tecnologie. Per imparare ad orientarsi con i metodi tradizionali, quelli che si usavano abitualmente fino a pochi anni fa prima dell’arrivo di geolocalizzazioni e gps vari, i soci del Cai di Erice si sono così cimentati in una esercitazione pratica tra i sentieri del bosco del Giacolamaro, a monte Sparagio. Il giorno precedente, nella locali della sede ericina di via Apollonis, si è invece tenuto un seminario, con Rocco Chinnici che ha illustrato le nozioni base di orientamento, a partire concetti base di topografia e cartografia, spiegando latitudine e longitudine, meridiani e paralleli. Ed ancora le coordinate geografiche, i sistemi Utm, le scale di riduzione, le curve di livello ed il rilevamento di un azimut. E proprio sull’individuazione dell’azimut si è focalizzata l’esercitazione a monte Sparagio.

Armati di bussola e carta topografica in scala 1:10.000 i soci del Cai di Erice sono andati alla ricerca delle dieci lanterne nascoste dagli organizzatori nel bosco del Giacolamaro. Dopo essere stati suddivisi in due squadre, è iniziata la “gara” per arrivare per primi nei punti individuati nella cartina attraverso le coordinate Utm precedentemente fornite. Tracciando sui riquadri di riferimento, attraverso una squadretta, l’esatto punto, raggiunto poi utilizzando cartina e bussola indirizzata sull’azimut di riferimento. È così scattata la ricerca di dieci lanterne in percorso ad anello che ha abbracciato entrambi i versanti di Sparagio: sia quello a Nord che guarda su pizzo Cofano ed il golfo di Macari, che quello a Sud, che si affaccia invece sull’Agroericino guardando verso Ovest su Trapani e monte Erice. Insomma, un modo per unire il tradizionale trekking alla formazione, attività che si inserisce tra le iniziative portate avanti dal Cai di Erice.

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