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martedì, Aprile 30, 2024
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Le perplessità della Commissione

La pagina dell'approfondimento. Ad Erice si fa luce sulle modalità con le quali è stata fronteggiata l'emergenza inquinamento idrico. Ieri in Consiglio comunale presentate le risultanze della commissione consiliare di indagine.

Dopo sei mesi circa, la commissione consiliare d’indagine che ha analizzato la questione relativa all’inquinamento idrico nel territorio ericino, ha presentato ufficialmente le risultanze delle audizioni durante la seduta di consiglio comunale di ieri pomeriggio. Si evince, in base alle dichiarazioni dei funzionari ascoltati dalla commissione consiliare, che a Erice è stata in vigore una certa “approssimazione” sugli interventi. Ma non solo…

La COMMISSIONE CONSILIARE DI INCHIESTA sull’ INQUINAMENTO DELLA RETE IDRICA DEL COMUNE DI ERICE è stata composta dai consiglieri: Simona Mannina – coordinatrice – Alessandro Barracco, Antonio Giuseppe Agliastro, Giuseppe Spagnolo, Vincenzo Giuseppe Di Marco). La relazione sull’attività svolta è stata approvata dalla commissione in data 14/05/2019. La Commissione ha assunto come principale finalità quella della verifica della conoscibilità del problema dell’inquinamento, degli interventi che nel corso degli anni sono stati realizzati e quali interventi sono risultati risolutivi nonché delle eventuali responsabilità delle amministrazioni succedutesi in relazione alla problematica, ponendosi come principale quesito se qualcosa, in termini di programmazione, si poteva fare a tempo debito e con quali risultati.

Le cospicue ricerche documentali e le attività di indagine consistite nell’audizione dei responsabili del settore, hanno consentito di approfondire le scelte effettuate nonché la risolutezza degli interventi effettuati e delle presunte responsabilità degli organi preposti, nonché di arrivare a chiarire diversi, importanti, aspetti della vicenda, come sarà meglio specificato nel corpo della relazione.

Tutto parte dal 2015, quando si inizia ad avere conoscenza del problema grazie ad alcune segnalazioni pervenute dai cittadini nelle vie : Via Villa San Giovanni civici 29, 57,47, 77, 60, Via Cosenza, Via Corridoni etc… che hanno costretto l’Amministrazione Comunale a emettere ordinanze con le quali vietare l’utilizzo di acqua in quanto inquinata.

A far data dal 18.02.2016 venivano emanate da parte del Sindaco del Comune di Erice ordinanze contigibili ed urgenti per il superamento delle gravi condizioni igienico-sanitarie e di pericolo per la pubblica incolumità atte a far fronte alle copiose perdite idriche insistenti sul territorio del Comune di Erice con cui veniva ordinato al responsabile del V settore di conferire l’incarico in somma urgenza ad una Ditta per eseguire le necessarie riparazioni.

La commissione consiliare precisa, nella relazione finale, che le ordinanze di manutenzione della rete idrica, predisponevano tutte, o quasi, lo stanziamento dell’importo di 25.000 €, ciò perchè, a fondamento di quanto riferito dal caposettore del tempo, Arch. Pietro Pedone, sulla base di un modus operandi adottato dagli uffici, si riteneva che quella somma fosse necessaria per fare tali interventi, tale per cui venivano inserite le vie segnalate e al raggiungimento della somma di 25.000 € si procedeva ad emettere l’ordinanza per poi aggiungere delle vie in corso d’opera. I componenti notano come le Ditte che lavoravano sulla rete idrica erano spesso le stesse, con una rotazione di massimo 3, 4 ditte, chiedevano quindi spiegazioni ai funzionari.

Uno di questi interrogato, riferiva come “c’è da dire che negli ultimi tempi ci sono stati fenomeni giudiziari che hanno eliminato alcune imprese, per cui gli uffici, in generale, non solo Erice, si sono affidati a Ditte che ispiravano fiducia o perchè c’era una certa frequentazione, in generale per questo,o per esperienza e affidabilità, ad esempio su Erice per il basolato devi chiamare gli Ericini, che conoscono il territorio” .

Giova osservare come da una lettura di una di queste ordinanze ci si rende conto come la stessa risulti, in alcune sue parti incompleta, come anche sostenuto in audizione dal Geom. Tilotta. Tale ordinanza, infatti, in alcuni tratti, sembrerebbe anche contraddittoria oltre che manchevole sia nella premessa che nelle conclusioni di elementi tipici delle ordinanze tale da non possedere i veri e propri caratteri di un’ordinanza. Inoltre, secondo quanto riferito dal Geom. Tilotta, le ordinanze sindacali con cui sono stati predisposti dei lavori devono prevedere la perizia predisposta dall’ufficio, l’importo richiesto per provvedere ai lavori e la disponibilità economica. Infine nell’ordinanza si chiede di informare solo gli organi di stampa e non anche gli enti deputati come ad esempio la Regione, EAS, ma neppure i cittadini.

Ieri la relazione è stata depositata in consiglio comunale durante la seduta consiliare. Era presente anche la sindaca Daniela Toscano che ha, per inciso, invitato i componenti la commissione ad inviare tutti i carteggi e gli atti alla Preocura della Repubblica.

Oltre al geometra Tilotta, la Commissione ha orientato il programma di audizioni in base all’evoluzione delle indagini in corso, in maniera da disporre prontamente di elementi utili all’inchiesta, ascoltando anche il funzionario Pietro Giuliano Pedone, e il funzionario Orazio Amenta. La parte conclusiva della relazione non lascerebbe dubbi ad interpretazioni, vediamo appunto quali.

Necessitas non habet legem, sed ipsa sibi facit legem. E’ con tale brocardo, viene scritto dai consiglieri comunali, che nel diritto romano si giustificavano i poteri straordinari, esercitabili nei casi in cui si doveva far fronte ad una situazione imprevista ed imprevedibile, che imponeva una decisione nel provvedere immediata, senza possibilità che venisse prorogata. Nell’ordinamento vigente, le norme che traggono giustificazione dalla necessità disciplinano le ipotesi in cui determinate circostanze, non previste e non prevedibili, impongono l’improcrastinabile adozione di misure straordinarie finalizzate a fronteggiare situazioni di emergenza. Spesso accanto alla necessità si pone l’urgenza, ulteriore situazione che legittima l’adozione di atti e provvedimenti “extra ordinem”, consentendo interventi immediati ed efficaci. Le ordinanze di necessità si traducono in atti straordinari adottati da autorità amministrative in deroga alla normativa vigente in casi imprevisti, eccezionali ed urgenti a fronte dei quali i poteri amministrativi ordinari sarebbero del tutto insoddisfacenti. In particolare questa commissione ha posto la sua attenzione sulle ordinanze contingibili ed urgenti, e ciò in considerazione del fatto che alle stesse si è fatto ricorso per quasi tutti i lavori effettuati sulla rete idrica, sia quelli manutentivi, che quelli di contrasto all’inquinamento della conduttura idrica, tanto che potremmo parlare di “normalizzazione del potere emergenziale”.

Ma siamo certi che si trattava ogni qualvolta di circostanze non previste e non prevedibili? Si chiedono i consiglieri facenti parte della commissione d’indagine.

E in effetti ritengono che non sia del tutto così, in particolare si lamenta una totale assenza di programmazione nel pianificare i vari interventi. Gli approfondimenti sui documenti analizzati durante le varie sedute nonché le audizioni dei RUP che via via si sono succeduti hanno, infatti, evidenziato come, avendo più accortezza, avrebbe potuto prevedersi per ogni anno un apposito impegno di spesa, in bilancio, calcolato sulla base delle somme spese ogni anno per i lavori sulla rete idrica, così da poter ovviare alle ordinanze contigibili ed urgenti, e potendo effettuare di volta in volta appositi appalti pubblici da assegnare alla Ditta che avrebbe effettuato la migliore offerta. A ciò si aggiunge come i vari interventi sulla rete idrica venivano effettuati per così dire “al buio”, non esistendo una planimetria della rete idrica, in particolare, come evidenziato dalle risultanze di indagine, una richiesta ufficiale non è mai stata prodotta all’ EAS, in quanto, possibilmente, se ci fosse stata, si avrebbe potuto procedere ad una denuncia per omissione (si ricorda, infatti, come, a detta di alcune determine dirigenziali, nonché dalle dichiarazioni del Geom. Tilotta, la proprietà è del Comune di Erice, tale per cui aveva tutto il diritto di possederne copia). Ma vedippiù , negli anni non si è mai proceduto ad effettuare una planimetria delle rete idrica, anche attraverso apposito incarico, così da avere una maggiore contezza dello stato di salute della stessa e dei vari collegamenti così da obbligare le varie Ditte ad operare “alla cieca”.

Allarmante risulta, infine, come i vari lavori succedutisi sulla rete idrica, non prevedevano la predisposizione delle c.d. Schede di intervento, consistenti nella fotografia della situazione ex ante l’intervento, quelle durante lo stesso, e quelle ex post, così da consentire un adeguato ed approfondito controllo sui lavori effettuati dalle Ditte e dei materiali utilizzati. La necessità di predisporre apposite schede di intervento è di per sé giustificata dal diretto controllo che ciascun Ente Locale deve effettuare sui lavori affidati ai diversi operatori economici posto che, l’assenza di vigilanza, può causare successivi ed inutili esborsi da parte del Comune, dovuti ad una effettuazione dei lavori non a regola d’arte. Si è, inoltre, appurato come gli affidamenti diretti dei lavori pubblici effettuati mediante le varie ordinanze aventi carattere contigibile ed urgente, riguardavano, a rotazione, le stesse Ditte anche al di fuori dell’albo in dotazione del Comune di Erice1 In ragione delle suesposte considerazioni, questa commissione, come previsto dal Regolamento sulle commissioni, intende proporre all’amministrazione comunale quanto segue:

1. la pianificazione dei vari interventi con apposito impegno di spesa da prevedere in bilancio calcolato sulle somme spese annualmente al fine di affidare ad una Ditta gli eventuali lavori sulla base di appalto pubblico;

2. di prevedere l’obbligo della predisposizione di apposite schede tecniche di intervento che riportino data inizio lavori, documentazione fotografica e relazione tecnica del RUP come previsto dal codice degli appalti, ed eventuali elaborati grafici (planimetrie/sezioni/dei bypass o nuove linee);

3. di effettuare apposite analisi trimestrali dell’acqua, onde verificare la risoluzione del problema dell’inquinamento;

4. Di redigere un rilievo aggiornato della rete idrica;

5. di verificare la legittimità dell’ordinanza sul divieto di utilizzo dell’acqua recante n. 96 del 2016 e di valutarne, ove ne ricorrano i motivi, la sua revoca ovvero l’emissione di nuova ordinanza;

6. dare mandato alle commissioni competenti in materia di redigere un nuovo regolamento per l’acquisizione dei beni e dei servizi che tenga conto delle modifiche normative introdotte dal muovo codice degli appalti, ivi compresa l’istituzione di un albo comunale che contempli un elenco di Ditte e professionisti anche relativamente ai lavori di somma urgenza. Detto albo deve essere aggiornato annualmente.

Nicola Baldarotta

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