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martedì, Aprile 30, 2024
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Moduli mobili per la dissalazione?

di Mario Torrente

Ieri lo staff della cabina di regia regionale per la crisi idrica in Sicilia ha fatto un sopralluogo nel dissalatore di Trapani per valutare una riattivazione dell’impianto in modo da fronteggiare l’emergenza che si prospetta nei prossimi mesi.

Il sopralluogo ha riguardato sia il dissalatore che la stazione di pompaggio che si trova dentro la Riserva delle Saline, vicino agli argini del fiume Lenzi Baiata. Al momento l’ipotesi è quella di noleggiare dei moduli mobili e temporanei, trasportabili con dei tir, utilizzando le opere di presa a mare del vecchio dissalatore.

Queste strutture mobili di dissalazione verrebbero quindi agganciate alla condotta idrica dell’impianto, in modo da fare arrivare l’acqua nel territorio, non solo in quello del Trapanese. Si parla infatti di una portata idrica di 500 litri al secondo che permetterebbe di rifornire anche Palermo attraverso una interconnessione con Alcamo. Ma questa sarebbe una soluzione tampone, da mettere in pratica nell’arco di 3-4 mesi per fronteggiare l’emergenza estiva.

Nel lungo periodo c’è da vedere, invece, se si deciderà di puntare su una manutenzione straordinaria del vecchio dissalatore, fermo da dieci anni e di fatto inutilizzabile per come è stato ridotto tra furti e danneggiamenti. Stesso discorso per la stazione di pompaggio. Anche qui i danni sono ingenti ed escludono ogni possibilità di un ripristino nel breve periodo. Ed anche in questo caso, non potendo ripristinare nel breve periodo il vecchio impianto che si trova all’interno di un ex mulino, sembra che si vada verso un modulo mobile temporaneo.

Gli aspetti tecnici saranno approfonditi nei prossimi giorni nel corso degli altri sopralluoghi in programma, probabilmente già domani e lunedì, per valutare il da farsi con l’obiettivo di entrare in una fase operativa che porti, nell’arco di circa 120 giorni, all’attivazione di questi moduli mobili temporanei per fronteggiare l’emergenza. Si tratta di strutture che utilizzando tecnologie moderne e meno impattanti, anche per quel riguarda i costi di gestione e l’utilizzo dell’acqua del mare per assicurare l’erogazione idrica, funzionando a corrente elettrica e non a gas come il vecchio dissalatore di Trapani, che ai tempi, quando era in funzione, aveva costi di bolletta che si aggiravano sui 25 milioni di euro l’anno.

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