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“Giocare per diritto”, inaugurata un’area gioco nella casa circondariale trapanese

È stata inaugurata qualche giorno fa l’area gioco nella casa circondariale Pietro Cerulli di Trapani.

Presenti all’apertura dell’area il Direttore Prestopino, il Presidente Regionale UISP, Enzo Bonasera, la Presidente della UISP di TP e responsabile della Cabina di Regia di TP, Marilena Galia, il Comandante e la Vice Comandante della Polizia Penitenziaria, il Capo Area Educativa, Navetta, e lo Staff degli Educatori dell’Amministrazione Penitenziaria, i Giudici di Sorveglianza, la Sindaca di Erice Daniela Toscano, il cappellano, una rappresentanza degli Sintesi del progetto.

Obiettivo principale dell’intervento (che insiste sulle province di Agrigento, Caltanissetta, Catania, Enna, Messina, Palermo e Trapani) è quello di promuovere, attraverso un’azione sistematica, il benessere dei figli dei detenuti (con una fascia d’età che va tra i 6 e i 17 anni) e supportare la genitorialità all’interno delle carceri dell’intera Regione Sicilia.

Tante le attività che si propongono: laboratoriali, sportive e genitore-figlio, workshop, eventi e incontri formativi all’interno degli istituti scolastici e degli istituti penitenziari (nei quali saranno creati o ristrutturati gli spazi dedicati al gioco). Sono previsti poi percorsi formativi e incontri di potenziamento della comunità e di sensibilizzazione con istituzioni pubbliche, Enti di Terzo Settore e personale specialistico.

I destinatari sono circa 1.000 minori, 5.000 nuclei familiari, 100 docenti ed educatori e 310 operatori (inclusi gli agenti penitenziari).

«Giocare per diritto è stata quasi una scommessa – racconta Marilena Galia di Uisp Comitatoterritoriale Trapani, responsabile della cabina di regia durante l’inaugurazione dell’Area Gioco nella casa circondariale Pietro Cerulli – Quando mi sono ritrovata a dover attuare il progetto, non poche sono state le difficoltà e molteplici gli ostacoli da superare. Lunghi colloqui, interminabili trafile per le autorizzazioni, mille telefonate ma oggi posso dire che tutto quello per cui abbiamo lavorato, esiste. Una grande emozione vedere gli occhi umidi dei detenuti presenti all’inaugurazione, degli psicologi Nicola Pollina e Betty Camuto, che hanno lavorato affinchè i detenuti potessero vivere questa esperienza. Ho sentito il respiro di sollievo del responsabile degli educatori della casa circondariale, Giuseppe Navetta, che insieme a me ha combattuto per arrivare al giorno dell’inaugurazione. Adesso avanti tutta! Pronti per sostenere al meglio la genitorialità dietro le sbarre!».

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