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giovedì, Maggio 9, 2024
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Il capodanno celtico e le origini di Halloween

Anticamente per i Celti il primo di novembre rappresentava l'inizio di un nuovo anno.

Anticamente, nella cultura celtica il 31 ottobre era l’ultimo giorno dell’anno, il momento che segnava la fine della stagione calda e l’inizio di quella fredda. In questa fase di passaggio tra un periodo e l’altro dell’anno i Celti celebravano lo Samhain, una sorta di Capodanno con riti legati al culto del morti.

Nella notte tra il 31 ottobre ed il primo di novembre si credeva infatti che i confini tra il mondo dei vivi e quello dei morti si assotigliassero, permettendo agli spiriti di vagare sulla terra. E durante la notte del 31 i Celti tenevano delle cerimonie nei boschi per accedere il sacro fuoco ed indossare delle maschere e delle pelli di animali legate proprio alla presenza degli spiriti.

Tornavano poi al villaggio con delle lanterne accese dal sacro fuoco. Fu così che in Irlanda, nella notte del 31 ottobre, si diffuse l’usanza di accendere delle torce davanti le case, lasciando cibo e latte per le anime dei defunti che avrebbero fatto visita ai loro familiari.

Poi nell’Ottocento molti irlandesi emigrarono in America dove la ricorrenza di Halloween, che significa “vigilia di ogni santi” è diventata la “festa” conosciuta oggi in tutto il mondo, tra zucche, maschere e quel “dolcetto o scherzetto” che ormai è arrivato praticamente dappertutto. Un appuntamento che in questi tempi moderni è diventato altro. Ma che in origine rappresentava il capodanno dei Celti ed un momento di passaggio legato al culto del morti con riti antichissimi che segnavano il collegamento tra il mondo dei vivi e quello degli spiriti dei defunti.

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