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martedì, Maggio 7, 2024
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Operazione Spurgo low cost, revocati i “domiciliari” ad uno dei sette indagati

Torna in libertà uno dei sette arrestati dell’operazione, della Squadra mobile di Trapani, denominata Spurgo low cost che ha interessato il territorio di Castellammare del Golfo.
Si tratta dell’autotrasportatore Sebastiano Ferrarello di 43 anni. Il Gip del tribunale di Palermo ha accolto l’istanza di revoca degli arresti domiciliari presentata dall’avvocato Ivan Stabile.
“Esprimo la soddisfazione personale per il risultato ottenuto – dichiara il legale – poiché è stato data credibilità alla difesa già in sede di interrogatorio di garanzia che si è svolto presso la Questura di Trapani, soprattutto perché contrariamente al parere del Pm che invece si era opposto alla revoca della misura cautelare”.
Le accuse mosse ai sette indagati sono associazione per delinquere finalizzata all’illecito smaltimento di rifiuti e inquinamento ambientale. All’operazione hanno preso parte gli agenti del commissariato di Castellammare del Golfo, con il supporto dei militari della Guardia di finanza di Alcamo, sotto il coordinamento del Servizio centrale operativo della Direzione centrale anticrimine.
Le indagini, secondo gli investigatori, grazie all’utilizzo di sistemi di videosorveglianza, delle intercettazioni telefoniche ed ambientali, hanno consentito di ricostruire un consolidato modus operandi della ditta di smaltimento rifiuti in cui lavoravano gli arrestati. In sostanza, una volta prelevati i liquami e i rifiuti da abitazioni private, stabilimenti balneari ed esercizi commerciali gli stessi venivano riversati nei tombini finendo quindi nella condotta fognaria e conseguentemente in mare, in assenza di un idoneo impianto di depurazione funzionante. In più, proprio a causa dello sversamento, spesso le condotte si intasavano causando l’avaria o la rottura delle pompe di sollevamento all’interno dei tombini. Proprio per risolvere tale problematica il comune era costretto poi ad incaricare la stessa società ad intervenire. Tra gli indagati anche il titolare di uno studio di biologia che stilava referti falsificati facilitando le attività illecite dei criminali. Nell’operazione sono rimasti coinvolte due dipendenti della discarica di Camporeale (Palermo) che sversavano percolati nei terreni limitrofi all’impianto.

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