Anna Garuccio, ex consigliere comunale e candidata a sindaco alle scorse elezioni amministrative, interviene sulla proposta di fare partire l’edizione 2025 del Giro d’Italia da Trapani, dicendo la sua sull’ipotesi di legare, in un “viaggio” a ritroso del passato, questo evento agli Elimi. La Garuccio, piuttosto, lancia l’idea di puntare su un’iniziativa legata alla figura di Carlo V.
Pur apprezzando l’idea di ospitare a Trapani la partenza o una tappa della prestigiosa gara ciclistica del giro d’Italia dando ad essa una caratteristica culturale, non comprendo, non me ne voglia alcuno, il nesso con gli Elimi attraverso cui si vorrebbe, con l’occasione, percorrere le tracce, riunendo dunque sotto la stessa identità le altre città italiane, di cui, è opportuno dirlo, degli Elimi non vi è traccia alcuna.
Se l’idea è quella di sfruttare, ben ha detto il sindaco Tranchida, la posizione geografica della città di Trapani, posta all’estrema punta d’Italia, cosa centrano gli Elimi? A maggior ragione se poi, Trapani città, Elima non lo fu mai (ad eccezione del porto), secondo le fonti antiche.
Sebbene tale popolo, di cui ancora oggi poco si conosce, si insediarono nella Sicilia occidentale, la tradizione antica non indica una vera e propria aria Elima, bensì pochi insediamenti sparsi. Di essi si parla poco nelle fonti antiche, mentre assai più note sono nelle stesse fonti le vicende delle loro maggiori città, a partire dal loro ingresso nella politica internazionale mediterranea accanto ad Atene e contro Siracusa. La tradizione letteraria antica e certamente le recenti ricerche archeologiche pertanto permettono di considerare elime, senza rischio di essere smentiti, le città di Segesta, Erice, Entella, Salemi. Iscrizioni attestano la presenza anche sul Monte Castellazzo di Poggioreale. Centri situati su montagne o colline difficilmente accessibili e quindi facilmente fortificabili.
Invito pertanto l’amministrazione a rivedere la lodevole iniziativa di carattere sportivo e culturale lavorando con solerzia sulla possibilità di aggregare tanto il territorio provinciale, quanto il resto d’Italia, perimetro entro cui si muoverà la gara, promuovendo l’attenzione su una delle figure più importanti ed emblematiche della storia d’Italia ed europea: Carlo V che definiva Trapani “la chiave del regno“.
È lo stesso Imperatore che sottolinea l’importanza di Trapani nella sua visione strategica.
Eletto imperatore del Sacro Romano Impero germanico nel 1519, Carlo V esercitava il suo potere su un vasto territorio che comprendeva tutta l’Italia meridionale, oltre al Ducato di Borgogna, Spagna, colonie d’oltreoceano, Austria e Boemia.
Alla sua figura sono poi legate molte città dell’Italia centro settentrionale come Pavia, Milano, Bologna. Proprio nel 2025 ad esempio si celebrano i 500 anni della liberazione dai francesi del ducato di Milano.
Una vittoria schiacciante per Carlo V.
Non per spirito di campanile o per ansia di conferire maggior dignità alla nostra città in una storiografia, che consideriamo in effetti quantomeno distratta, ma per logica deduzione da testimonianze documentali di episodi e di significativi comportamenti, in un’epoca in cui la forma era sostanza, riteniamo di poter convenire sul fatto che nella solenne adunanza nella Chiesa di Sant’Agostino, allora cattedrale della città, Carlo V abbia giurato la conferma dei privilegi dell’intero Regno di Sicilia, oltre che quelli dei Trapanesi, anticipando il gesto ripetuto in seguito al parlamento siciliano.
In questa opinione confortati dalle fonti, così si legge“… giurasse di osservare non solamente li privilegi che tiene detta Città ma tutto il Regno et di questo ne nasce che nel sigillo di detta Città si legge UBI CAESAR PRIMUM IURAVIT“.
Il viaggio cerimoniale di Carlo V dopo aver espugnato Tunisi ebbe inizio con lo sbarco a Trapani.
Benigno da Santa Caterina così testualmente riferisce “Carlo V Imperadore nell’anno 1535, essendo sbarcato in Trapani, si conferì nel Tempio di S. Agostino, ed ivi giurò prima di tutte le città del Regno, di osservare i Privilegi di anzidetta Città, accordatigli da’ suoi Predecessori Sovrani. Quindi il Senato nel suo Sigillo intorno alle Armi di Trapani aggiunse le seguenti parole:
Drepanum Civitas Invictissima, in qua Caesar primum iuravit”
(Va detto, per inciso, che il titolo di “Invittissima” era stato conferito alla città nel 1478 da Ferdinando il Cattolico, come testimoniato sulla parete frontale della Fontana di Saturno, a riconoscimento «delle gloriose resistenze fatte sempre ai nemici del regno», mentre quello di Fedelissima venne invece attribuito successivamente da Filippo IV nel 1640).
Ed è proprio nella parete in alto a destra dell’androne del Palazzo Senatorio, detto anche Palazzo Cavarretta, oggi sede del Consiglio Comunale della Città, che si trova ancora oggi collocato il primo segno , lo stemma della Città di Trapani in pietra “tipa” , detta dal nome dei proprietari della più nota tra le cave dalle quali si estraeva la tufacea molto compatta dal colore bruno ed usata, tra l’altro, per le raffinate sculture, decoro di facciate di Chiese e palazzi di cui Trapani è ancora oggi riccamente adorna.
La lapide mostra in rilievo lo stemma della Città di Trapani che consiste in uno scudo su cui campeggia un ponte a tre arcate i cui piloni sorgono dalle onde del mare e sulle quali poggiano cinque torri di diversa altezza. In alto, sullo sfondo, qui molto logorata dal tempo, una falce richiama sia la forma della penisola su cui sorge ancor oggi, sebbene la sua sagoma originale sia stata nel tempo modificata, il centro storico murato della città, sia il mito legato alla dea Cerere che, in affannosa ricerca della figlia Proserpina rapita da Ade, qui avrebbe perduto il suo simbolo di fertile operosità.
Sotto lo stemma si legge su due righe:
DREPANUM URBS INVICTISSIMA, titolo conferito a Trapani da Re Giovanni d’Aragona e da quel giorno sino all’unità d’Italia sempre usato nella simbologia delle istituzioni trapanesi, dai sigilli alle stampe, dagli stemmi lapidei alla intestazione degli atti ufficiali.
Al momento della visita dell’Imperatore Carlo V Trapani già godeva pertanto di questo titolo, che venne confermato , come già espresso, nel giuramento dei privilegi esteso a tutto il Regno.
Sceglie Trapani come suo primo approdo non solamente per la posizione geografica e per la agibilità del suo porto.
Trapani è una delle sue città “predilette” per la qualità dei servigi resi alla corona aragonese nel tempo. Primo approdo di tutti i Re suoi antenati, già scelta per questo da Pietro d’Aragona, e dei Vespri, e da Martino di Montblanc, il Re dell’unificazione alla corona aragonese.
Carlo V, definendo la città di Trapani “Instrumentum Regni” – “Chiave del Regno”, le aveva destinato molte risorse per nuove fortificazioni, e ancor di più farà appresso, e soprattutto ne conosceva la “civiltà” con la quale svolgeva il suo ruolo di città di mare industriosa e moderna.
Bello sarebbe se, aldilà del giro d’Italia che auspico si diriga in questa direzione, anche Trapani si preparasse nel celebrare i suoi 500 anni dallo sbarco di questa importante figura storica che alla città e ai suoi abitanti tanti privilegi ha concesso estendendoli a tutto il Regno.
Prof.ssa Anna Garuccio