L’ospedale di Marsala è formalmente Covid-Hospital, sia pure in misura parziale. Lo ha deciso con proprio provvedimento il commissario straordinario Paolo Zappalà. Entro giorno 19 le unità operative del Paolo Borsellino dovranno avere adeguato i reparti alla nuova configurazione che dovrà essere operativa dal 20 ottobre e pronta ad accogliere i pazienti covid. Una nota dell’ASP, inviata a tutti i dirigenti medici, elenca le disposizioni operative. Le unità che continueranno ad accogliere i pazienti non covid saranno: ostetricia e ginecologia, pediatria e dialisi. I pazienti che hanno bisogno della dialisi dovranno seguire i percorsi protetti loro dedicati. Rimane operativo il pronto soccorso. Saranno garantite le prestazioni ambulatoriali di Malattie Infettive, della Medicina Trasfusionale, quelle per i pazienti oncologici e con patologia del sangue. Rimane operativa la Radiodiagnostica. L’ambulatorio di Diabetologia sarà trasferito presso il Distretto Sanitario. I medici di tutte le altre unità operative sono chiamati a dimettere e trasferire i pazienti ricoverati; nessun ricovero a partire dal prossimo giorno 19 potrà essere accettato e i pazienti che necessitano di ricovero saranno dirottati negli ospedali di Trapani, Castelvetrano, Alcamo. I pazienti che non possono essere dimessi saranno trasferiti negli altri ospedali entro giorno 19. Per il trasferimento dei pazienti non dimissibili oltre alle ambulanze del Paolo Borsellino, si potranno utilizzare le ambulanze della Croce Rossa. Un carico di super lavoro per il personale considerato che dovranno essere medici e infermieri del Borsellino che dovranno accompagnare i singoli pazienti nei diversi ospedali e che per ciascuno di essi dovranno stilare una relazione di dimissione con tutti i dati diagnostici terapeutici praticati da trasferire ai colleghi che li prenderanno in carico. Viene sospesa l’attività del CUP dell’ospedale. Tutti i medici del Borsellino, a prescindere dalla specializzazione sono chiamati a partecipare all’assistenza ai pazienti Covid-19. Anestesisti e rianimatori oltre le urgenze ospedaliere, in questa prima fase, garantiranno l’assistenza ai pazienti che necessitano di terapia intensiva e semintensiva utilizzando inizialmente 6 posti letto.