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sabato, Aprile 27, 2024
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“Mi sentu pigghiatu ddi turchi”. Il disagio dei ristoratori trapanesi

Le richieste della categoria: rispetto del diritto al lavoro, concreto sostegno alle imprese, stop alle chiusure, stop alla contribuzione fiscale per il 2021.

Affidano all’efficacia del dialetto siciliano il loro dissenso, la rabbia e l’indignazione per una situazione che non può più essere gestita dal Governo Nazionale in questo modo, con aperture e chiusure a intermittenza. Sono i ristoratori aderenti all’ART, Associazione dei Ristoratori Trapanesi che oggi hanno manifestato i via Fardella e in piazza Vittorio Emanuele per denunciare i gravi ritardi nei ristori e soprattutto l’indeterminatezza delle politiche di apertura e chiusura in relazione all’andamento della pandemia. «Se fossimo in un romanzo di Camilleri sicuramente sentiremo pronunciare queste parole: “Ci scassasto i cabbassisi” o ancora “Mi sentu pigghiatu ddi turchi”» così scrivono in un loro comunicato lamentando che la decisione di aprire e chiudere senza preavvisi, in relazione all’andamento della pandemia, non consente loro di programmare l’attività imprenditoriale e provoca gravi danni economici. «Noi qui rischiamo di non riaprire più» affermano reclamando il rispetto del diritto al lavoro, un reale e concreto sostegno alle imprese (fino ad oggi i ristori sono stati solo pannicelli caldi), lo stop alle chiusure, lo stop alla contribuzione fiscale per il 2021. I ristoratori trapanesi hanno anche lamentato l’assenza di rappresentanti politici alla loro manifestazione. Si sentono abbandonati da chi li dovrebbe almeno sostenere e difendere.

ASCOLTA L’INTERVISTA ALLA PRESIDENTE DI ART, ROSI NAPOLI, E AI RISTORATORI NICOLA COPPOLA E GIUSEPPE FORTUNATO

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