L’approvazione del piano d’ambito da parte della Assemblea Territoriale Idrica, che riunisce 17 comuni serviti dall’ex EAS, è stata salutata con soddisfazione dal presidente della stessa ATI, Nicolò Rizzo, sindaco di Castellammare, e dall’ex presidente Nicola Catania, sindaco di Partanna. Per entrambi aver raggiunto un’intesa che coinvolge, oltre ai 17 comuni dell’ATI anche le altre 8 amministrazioni della provincia, dota il territorio di un efficace strumento di programmazione idrica, fognaria e depurativa dei 25 Comuni trapanesi per i prossimi 30 anni. Rizzo e Catania puntano il dito contro la Regione e i ritardi con i quali avrebbe dovuto essere individuato il gestore unico.

Il successo dell’ATI, però, non sarebbe privo di ombre, il coordinamento “Partecipazione Politica” di Mazara del Vallo, rivolge un monito: “l’assemblea idrica non si faccia ammaliare dai privati”. Il coordinamento lamenta che l’ATI ha approvato Piano d’Ambito e Piano Economico Finanziario senza permettere un esame dei contenuti neanche agli stessi Sindaci che hanno ricevuto – come a Mazara del Vallo – i documenti preliminari poco più di venti giorni prima della convocazione. “Sembrerebbe – lancia l’allarme il coordinamento – che i 400 milioni di euro di investimenti del piano siano affare di pochi in un contesto in cui le mani dei privati sono pronte a trarre profitto da un bene essenziale come l’acqua “bene comune”.

Viene invece auspicato che il percorso che porterà entro giugno alla scelta del gestore unico provinciale possa essere trasparente e partecipato e che i Sindaci espressione di forze politiche contrarie alla privatizzazione dei servizi idrici possano fare la loro parte per evitare che, anche in provincia di Trapani, possano ripetersi esperienze disastrose come Girgenti Acque o Caltaqua. L’obiettivo suggerito è di creare un’Azienda Speciale Consortile quale gestore pubblico dei servizi idrici provinciali.