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venerdì, Aprile 26, 2024
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Tra fede e tradizione, il fascino della processione dei Misteri ad Erice

Come tradizione, ieri per le strade del centro storico del Monte è tornata l'antica processione dei Misteri.

di Mario Torrente

Ieri pomeriggio ad Erice sono usciti i sette gruppi della processione dei Misteri. Come tradizione la processione del Venerdì Santo si è snodata per le strade selciate del centro storico del Monte regalando forti emozioni.

È una processione davvero carica di fascino, dove fede, storia e tradizione si intrecciano nel cammino che i sette gruppi fanno per le strade di Erice. In un contesto unico, dove la rappresentazione della passione di Gesù Cristo regala davvero forti emozioni. E dove emerge il legame della comunità muntisa con questi antichissimi ed ultrasecolari gruppi, che sono arrivati ai giorni nostri praticamente per come vennero realizzati nel 1700.

La processione dei Misteri di Erice è uscita ieri pomeriggio dalla chiesa di San Giuliano alle 15 in punto, con la piazzetta stracolma di gente. Tanti i visitatori che ieri si sono dati appuntamento del borgo del Monte per assistere alla suggestiva via Crucis, che ogni anno incanta ed emoziona. Al aprire il corteo religioso i figuranti con addosso una tunica bianca ricamata di rosso, i colori usati dai frati della congregazione del Purgatorio. Anche quest’anno il primo gruppo è stato quello dei “picciriddi”, a conferma di come la tradizione dei Misteri sia fortemente radicata nella comunità muntisa, che da secoli ogni Venerdì si occupa dell’organizzazione della processione, che si snoda per le vie di Erice nel magico contesto del centro storico, offrendo un forte senso di raccoglimento, dove il tempo sembra essersi fermato per davvero. Ed il passaggio generazionale rivive sotto le aste nei tanti ragazzi che, avendo la giusta altezza e spalle robuste, si sono messi sotto la vara dell’Urna, il gruppo portato dai giovani muntisi.

Ad Erice i bambini ed i ragazzi sono i protagonisti della processione assieme ai loro genitori, ai nonni e quanti da decenni fanno rivivere il fascino del Venerdì Santo nel Monte. Una processione che ha mantenuto il suo carico di devozione e semplicità, dove anche i silenzi ed il senso di raccoglimento diventano protagonisti del corteo religioso che si snoda per le strade ericine con il sottofondo delle preghiere dei fedeli.

I gruppi sono in tutto sette e rappresentano i momenti della passione di Cristo, ovvero Gesù nell’orto dei Getsemani, La Flagellazione, La Coronazione di spine, l’Ascesa al calvario, il Crocifisso e l’Urna: chiude la processione l’Addolorata, un’immagine della Vergine davvero stupenda avvolta nel manto nero. Le statue dei gruppi sono più piccole rispetto a quelle trapanesi ma si inseriscono perfettamente nel contesto ericino. Non c’è poi la tipica annacata a suon di banda musicale dei Misteri di Trapani, anche a causa delle continue pendenze delle stradine selciate di Erice, che rendono il trasporto decisamente più faticoso e difficile. I gruppi vengono portati a spalla per le viuzze acciottolate dalle borgo ma durante la sosta poggiano su delle forcelle che aiutano i portatori durante il tragitto per il basolato che a causa dei dislivelli e della caratteristica pavimentazione della vie ericine, costringe i portatori a cercare anche il giusto equilibrio.

Il movimento che ne viene fuori, durante il viaggio dei sette gruppi è davvero particolare. E va ad arricchire ancora di più la magia del Venerdì Santo ad Erice, dove ogni momento ha qualcosa di unico e irripetibile, come nel passaggio sotto l’arco di San Pietro, la via San Francesco, la discesa verso porta Trapani, la Matrice e tutte le altre caratteristiche strade dove prende forma la via Crucis, che come sempre ha fatto la sua sosta a piazza della Loggia. Ma quest’anno i gruppi non si sono potuti mettere al centro della piazza per la presenza del grande albero usato lo scorso natale e che l’amministrazione ha voluto lasciare addobbandolo per la Pasqua.

I gruppi, in mancanza di spazio, sono stati messi spalle a muro a bordo della piazza mentre l’Addolorata è stata posizionata a lato dell’abete, e non quindi al centro come sempre, con l’Urna davanti la Madonna. Da qui la processione, accompagnata da tanti fedeli e dalle note della banda musicale, ha proseguito per via Vittorio Emanuele e da qui per San Martino e per via Roma per poi fare rientro nella chiesa di San Giuliano poco prima del tramonto. In un contesto reso ancora più magico dal colori del crepuscolo e nel gioco di luci ed ombre che risalta ancora di più la bellezza degli ulstrasecolari gruppi dei Misteri di Erice.

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