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sabato, Maggio 18, 2024
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Il “Theatrum Orbis Terrarum”: esposto al Museo Pepoli il primo atlante moderno

di Mario Torrente

Al Museo Pepoli è custodito uno dei più antichi Atlanti del mondo. Si tratta del “Theatrum Orbis Terrarum”, il “Teatro del Mondo” ed è considerato il primo vero atlante moderno redatto da Abrahm Oertel. Venne dato alle stampe il 20 maggio del 1570 ad Anversa. Le prime edizioni erano in latito e raccoglievano le mappe del tempo con testi descrittivi. A Trapani è conservata una rarissima copia del 1584, stampata proprio ad Anversa. Ma non è l’unico atlante plurisecolare del Museo Pepoli.

Nella raccolta creata dal fondo bibliotecario del Conte Agostino Pepoli, a cui si aggiunsero successivamente i volumi della collezione del conte Francesco Hernandez, fa parte anche l’Atlas Maior, ideato dal cartografo e geografo olandese Willem Blaeu, pubblicato nella sua prima edizione nel 1635 in due volumi. L’edizione posseduta dal Museo Pepoli è quella pubblicata ad Amsterdam tra il 1645 ed il 1654 e le sue particolarità è la presenza di immagini che raffigurano personaggi vestiti con costumi caratteristici, insieme ad animali veri o fantastici. Le illustrazioni e le stesse carte geografiche sono colorate a mano.

Questi sono alcuni dei tesori della biblioteca del Museo Pepoli, che comprende ben 5 incunaboli, 51 Cinquecentine, 38 Seicentine, 97 Settecentine, 83 volumi da 1800 al 1830 e circa 6 mila libri moderni tra monografie, periodici ed opuscoli. Quegli più antichi sono gli incunaboli, che rappresentano l’inizio della tipografia moderna dopo il manoscritto. Risalgono al periodo che va dal 1455 al 1500 ed un incunabolo è esposto al Museo Pepoli nell’ambito della mostra “La storia dei libri” che si potrà visitare fino al 2 luglio.

L’esposizione, organizzata dal Museo Pepoli diretto da Anna Maria Parrinello, è curata da Flavia Carpitella, della Soprintendenza ai beni culturali, nell’ambito di un’iniziativa promossa in collaborazione con l’associazione “Amici del Museo Pepoli” guidata dalla professoressa Lina Novara, sempre in prima linea per divulgare cultura e organizzare momenti aperti alla cittadinanza su svariati argomenti, ma con sempre il filo conduttore del sapere. Quel sapere che per secoli è stato custodito nei libri. A partire da quelli più antichi, ovvero gli incunaboli che nella seconda metà del 1400 mandarono in pensione i manoscritti. E contribuirono ad una maggiore diffusine del sapere.

L’incunabolo che è in esposizione al Museo Pepoli è un raro esemplare contenente l’opera completa del poeta latino Virgilio stampato a Venezia nel 1483. Ma ci sono anche gli antichissimi atlanti, diverse Cinquecentine ed una rara edizione dell’Orlando Furioso realizzata a Lione nel 1550. Ma nel percorso della mostra “La Storia dei Libri” ci sono tante altri volumi che pulsano di storia e antico. Sicuramente da vedere. Una visita al Museo per ammirare questi “tesori” ci sta tutta.

Del resto, ciò che siamo oggi, i progressi fatti dall’umanità e tutto ciò che ci ha traghettato nel 21esimo secolo è frutto dei libri, che ci hanno permesso di entrare nell’epoca moderna e di arrivare alle grandi scoperte. Quelle che hanno migliorato la vita di tutti noi. Senza i libri oggi non ci sarebbe il mondo per come lo conosciamo. Ed un po’ di questa storia è custodita nei meravigliosi volumi in esposizione al Museo Pepoli.

E se oggi Trapani può vantare questi ed altri autentici gioielli lo deve al conte Pepoli, che donò i primi libri del fondo antico della biblioteca a cui si aggiunsero successivamente quelli del conte Francesco Hernandez e le altre donazioni e acquisti fatti negli anni. Grazie a loro ed a chi ha saputo prendersi cura di questi antichissimi volumi, il Museo Pepoli custodisce oggi un patrimonio che appartiene a tutti noi. E di cui bisogna andar fieri. Perché ciò che siamo fa parte di queste ed altre pagine. Anche di quelle ancora da scrivere. Perché la storia dei libri non ha una fine, ma continua lettura dopo lettura. Pagina dopo pagina. Parola dopo parola. Perché il saper non si ferma. La sua natura è di sapere sempre di più.

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